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Salvaguardia del territorio

Anello ciclabile del Parco Colli: tra degrado e potenzialità inespresse

Il Parco Colli Euganei, tra promesse politiche e realtà, affronta sfide di manutenzione e gestione partecipativa

Il Parco Colli Euganei, riconosciuto come riserva MAB ("Man and Bioshpere") dall'Unesco, rappresenta nell'immaginario collettivo un esempio di coesistenza armoniosa tra uomo e ambiente. Tuttavia, la realtà quotidiana sembra raccontare una storia diversa. L'anello ciclabile del parco, un percorso che potrebbe essere un'attrazione turistica di rilievo, è in uno stato di abbandono e degrado, evidenziando un netto scollamento tra le promesse politiche e la situazione sul campo.

LA DIATRIBA TRA AMBIENTALISTI E POLITICI
La diatriba tra gli ambientalisti e il presidente del Parco Colli, Francesco Frizzarin, non sembra trovare una soluzione. Frizzarin avrebbe recentemente accusato gli ambientalisti di essere una minoranza rumorosa, ma questi ultimi avrebbero ribattuto denunciando lo stato di degrado dell'anello ciclabile. I comitati ambientalisti ora chiedono processi partecipativi e una coprogettazione con gli stakeholder locali, sottolineando la necessità di un sistema decisionale integrato che coinvolga le comunità residenti.

UN TERRITORIO IN EVOLUZIONE
Contrariamente a quanto avrebbe affermato Frizzarin, gli ambientalisti non vedono il territorio come un santuario intoccabile. L'area si è sviluppata nel tempo con seconde case, agriturismi, ristoranti e alberghi. Esponenti del comitato di Monte Ortone avrebbero riconosciuto la necessità di un approccio diverso rispetto ad altri parchi, proprio per la commistione tra uomo e ambiente che storicamente caratterizza l'area. Per loro il Parco Colli Euganei è un bene comune e proprio per questo la richiesta è quella di un approccio olistico: tavoli di confronto dove anche il turismo diventa parte integrante dello sviluppo locale. L'anello ciclabile dei Colli Euganei potrebbe, infatti, attrarre un tipo di turismo lento, ben adattabile alla riserva. Percorrendo la ciclabile, si possono fare deviazioni verso siti di notevole interesse storico e artistico come l'Abbazia di Praglia, il Santuario di Monteortone e gli scavi archeologici di Montegrotto Terme. Tuttavia, la realtà attuale è ben diversa. Crepe, smottamenti, transenne e nastri delimitano zone pericolose, rendendo il percorso insidioso per i ciclisti.

LA NECESSITÀ DI UNA GESTIONE COORDINATA
La competenza dell'anello ciclabile è della provincia, gli interventi sono a carico dei comuni del comprensorio e la supervisione è del parco. Una gestione frammentata che necessita di una coordinazione accurata per fare un salto di qualità. Sul sito web della provincia, una nota dell'ottobre scorso titolava "Nuove prospettive per l'anello dei Colli Euganei", ma dieci mesi dopo, la situazione non è migliorata.

UN RICONOSCIMENTO CHE IMPONE RESPONSABILITÀ
Il riconoscimento MAB Unesco rappresenta un impegno di conservazione del luogo, non solo un bollino turistico. "Man and the Biosphere" è un valore tangibile affermato dalle fonti giuridiche nazionali e sovranazionali. Tuttavia, molte sono le polemiche mosse contro l'attuale cultura politica e le capacità strategiche dei decisori locali, che non per tutti sarebbero in grado di sostenere questo delicato equilibrio tra uomo e biosfera, protezione della natura e attrattività turistica.

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