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Allarme lupi

Lupi in aumento nel Vicentino: allarme tra gli allevatori e richieste di interventi urgenti

Cresce la preoccupazione per le predazioni di bovini. Coldiretti chiede misure immediate per salvaguardare l'economia locale

Lupi in aumento nel Vicentino: allarme tra gli allevatori e richieste di interventi urgenti

L'allarme lupi nelle montagne e colline del Vicentino continua a destare preoccupazione tra gli allevatori, che ogni giorno devono fare i conti con nuove predazioni. Tra i più recenti episodi, il noto allevatore Marino Pagiusco, considerato il padre della transumanza, ha subito la perdita di una delle sue bovine nella notte. 

Le continue predazioni nelle montagne del Vicentino spingono gli allevatori a considerare l’abbandono delle malghe. Coldiretti chiede interventi urgenti, denunciando una crisi che minaccia l’economia e la tutela del territorio. Un’altra predazione si è verificata a Malga Cimo a Campolongo sul Brenta, dove Valentina Pigato, allevatrice di bovini di razza Burlina, ha subito la perdita di tre vitelli. 

Coldiretti, attraverso il presidente provinciale Pietro Guderzo, ha espresso grande preoccupazione per la situazione. Ha sottolineato che gli allevatori svolgono un ruolo fondamentale nella tutela del territorio e che, nonostante siano state adottate tutte le misure passive possibili per difendersi, queste non sono state efficaci. Ha aggiunto che ora è necessario pensare al contenimento dei lupi e ha avvertito che non si può permettere che, con l'arrivo delle Olimpiadi invernali, le montagne siano abbandonate. Le richieste di intervento immediato sono diventate sempre più forti, con gli allevatori e le associazioni di categoria che chiedono soluzioni urgenti per evitare ulteriori danni alle malghe e all’economia locale.


La presenza dei lupi nelle montagne del Vicentino è un fenomeno che, se da un lato rappresenta un segnale positivo per la biodiversità, dall'altro crea notevoli difficoltà agli allevatori. La convivenza tra lupi e attività zootecniche è un equilibrio fragile, che richiede interventi mirati e soluzioni innovative. Le misure passive, come recinzioni e cani da guardia, si sono dimostrate insufficienti a proteggere gli allevamenti. È necessario un approccio più incisivo, che contempli anche il contenimento controllato della popolazione di lupi.

L'abbandono delle malghe non comporta solo la perdita di un'attività economica, ma ha ripercussioni significative sull'intero ecosistema montano. Le malghe, infatti, svolgono un ruolo cruciale nella manutenzione del territorio, prevenendo fenomeni di dissesto idrogeologico e mantenendo la biodiversità. Senza la presenza degli allevatori, le montagne rischiano di diventare aree abbandonate, con conseguenze negative per l'ambiente e per il turismo.


Di fronte a questa emergenza, Coldiretti e gli allevatori chiedono un piano d'azione nazionale che preveda misure concrete per la gestione della popolazione di lupi e il supporto agli allevatori. 

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