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La coltivazione della canapa in Veneto: un settore in crescita minacciato dalle nuove normative

La recente approvazione della norma sulla cannabis light mette a rischio un comparto agricolo in espansione, con gravi ripercussioni economiche e ambientali

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Immagine di repertorio

La coltivazione della canapa in Veneto è diventata una realtà consolidata, con centinaia di agricoltori, soprattutto giovani, che hanno scelto questa coltura come indirizzo agronomico aziendale. Questo fenomeno è stato incentivato da una legge regionale fortemente voluta da Coldiretti, che ha sostenuto la filiera in un’ottica di crescita del reddito e di sostenibilità ambientale.

La legge regionale che ha promosso la coltivazione della canapa in Veneto ha rappresentato un passo avanti significativo per l'agricoltura locale. Coldiretti, l'associazione di categoria che ha sostenuto questa iniziativa, ha visto nella canapa una coltura capace di coniugare redditività e rispetto per l'ambiente. La canapa, infatti, è una pianta versatile che può essere utilizzata in vari settori, dalla nutriceutica alla cosmetica, dall'industria all'arredo.

Tuttavia, la recente approvazione della norma contro la cannabis light, contenuta nell'articolo 18 del DDL Sicurezza, ha sollevato preoccupazioni tra gli agricoltori e i rappresentanti del settore. Carlo Salvan, presidente di Coldiretti Veneto, ha espresso il suo disappunto, sottolineando che questa decisione rischia di far scomparire un settore in crescita, mettendo a repentaglio i bilanci degli imprenditori agricoli che hanno investito in questa produzione.

In Veneto, la produzione di canapa ha raggiunto oltre 12mila quintali, distribuiti in tutte le sette province, con una concentrazione maggiore a Verona, Padova, Venezia, Rovigo e Treviso. Questi numeri testimoniano l'importanza economica del settore e il suo potenziale di crescita. Tuttavia, la nuova normativa introduce il divieto di importazione, cessione, lavorazione, distribuzione, commercio, trasporto, invio, spedizione e consegna delle infiorescenze della canapa (Cannabis sativa L.), anche in forma semilavorata, essiccata o triturata, nonché di prodotti contenenti tali infiorescenze, compresi gli estratti, le resine e gli oli derivati.

Secondo Coldiretti, l'infiorescenza della canapa rappresenta una parte fondamentale del valore aggiunto della pianta. Vietarne la raccolta e l'essicazione rischia di far crollare un intero settore, dove sono impegnati molti giovani agricoltori. L'associazione ha più volte espresso la necessità di tutele per gli agricoltori che producono canapa in piena legalità, come riconosciuto anche dalla normativa europea.

Coldiretti non si è limitata alle parole, ma si è costituita in giudizio contro una norma contraddetta da una pronuncia del TAR del Lazio sull'uso del cannabidiolo. Questa opposizione è stata portata avanti per difendere le imprese che in questi anni hanno investito nella coltivazione della canapa e che ora vedono la cannabis light equiparata a quella non light, con il rischio di compromettere quanto costruito.

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