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Verona al vertice dell'export agroalimentare: confermato il primato nel primo semestre 2024

Con un valore di 2,2 miliardi di euro, la città scaligera guida la classifica nazionale, nonostante i costi di produzione elevati e le sfide climatiche

Verona al vertice dell'export agroalimentare: confermato il primato nel primo semestre 2024

Foto di repertorio

Verona si conferma leader nazionale dell'export agroalimentare nel primo semestre del 2024, con un valore complessivo di 2,2 miliardi di euro. La città scaligera mantiene il primato davanti a Cuneo e Milano, pur registrando una crescita del 4,9%, leggermente inferiore rispetto alla media nazionale del 7,1%. Nel contesto regionale, Treviso si piazza all’undicesimo posto, mentre Vicenza sale in quattordicesima posizione e Venezia scende al ventesimo.

Questi risultati emergono dal rapporto "Economia, agricoltura e agroalimentare" di Confagricoltura Verona, realizzato in collaborazione con l'Ufficio Studi CGIA di Mestre e presentato presso la Camera di Commercio. Verona continua a brillare nonostante le difficoltà climatiche che hanno colpito alcune colture. Tra i settori trainanti spicca il comparto vinicolo: il Veneto rappresenta il 36% dell'export italiano di vino e oltre il 53% di quello del Nordest.

Tuttavia, nonostante le performance positive, il 2023 è stato segnato da sfide climatiche e da costi di produzione in crescita, legati principalmente all'energia e ai fertilizzanti. Questi costi, secondo il rapporto, sono saliti del 35% rispetto al 2019, incidendo fortemente sui bilanci delle aziende agricole. Anche i tassi d'interesse elevati, conseguenti alle politiche monetarie della BCE, hanno contribuito a ridurre la marginalità e a frenare gli investimenti nel settore primario.

Alberto De Togni, presidente di Confagricoltura Verona, ha sottolineato l’importanza della diversificazione della produzione agricola veronese e la sua capacità di adattarsi alle sfide attuali, pur lamentando gli alti costi che continuano a pesare sulle aziende. Anche Renato Mason, segretario della CGIA di Mestre, ha evidenziato la necessità di innovare e investire per mantenere la competitività del settore agroalimentare italiano.

In questo scenario, le previsioni per il 2024 restano positive, ma legate alla capacità del comparto di superare le sfide poste dal cambiamento climatico e dagli alti costi di produzione.

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