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Carenza di personale

Treviso: infermieri in tribunale per sopravvivere alla carenza di personale

La giustizia trevigiana in difficoltà: personale sanitario impiegato per colmare le lacune amministrative

Treviso: infermieri in tribunale per sopravvivere alla carenza di personale

A Treviso la carenza di personale amministrativo ha raggiunto livelli tali da costringere la procura a ricorrere a soluzioni estreme: infermieri e personale sanitario delle USL sono stati chiamati a svolgere mansioni legali, un compito per il quale non hanno alcuna formazione specifica. Questo scenario, che potrebbe sembrare assurdo, è invece una realtà quotidiana per il sistema giudiziario trevigiano.

La situazione è talmente grave che il procuratore Marco Martani non esita a definirla un'emergenza strutturale. Con un organico ridotto all'osso, il tribunale si trova a operare con la metà del personale necessario. Su quaranta posti previsti, solo venti sono effettivamente coperti. Di conseguenza, per far fronte alle scoperture, si è costretti a prendere in prestito personale da settori completamente diversi, come quello sanitario. Martani ha spiegato che, grazie a una convenzione con la Regione, i posti vengono coperti con personale proveniente da altre amministrazioni, sottolineando come la formazione avvenga sul campo, di giorno in giorno.

La situazione è particolarmente critica nel settore penale, dove l'iscrizione dei fascicoli, ad eccezione dei casi più urgenti, avviene con un ritardo medio di almeno tre mesi. Questo ritardo non è solo un problema amministrativo, ma ha ripercussioni dirette sulla vita delle persone coinvolte nei procedimenti giudiziari. E mentre il personale cerca di tamponare come può, il sistema giustizia sembra navigare a vista, senza una rotta chiara verso una soluzione.

L'8 ottobre, in occasione dello sciopero nazionale dei cancellieri, il palazzo di giustizia di Treviso è rimasto deserto. Oltre la metà dei cancellieri esperti ha aderito alla protesta, che a livello nazionale è stata indetta contro una riforma ministeriale percepita come penalizzante. 

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