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Impianti a rischio

Riaccensione dei termosifoni: emergenza caldaie in Veneto

Con la riaccensione dei termosifoni il 15 ottobre, la CNA lancia un allarme su circa 46mila caldaie potenzialmente a rischio e chiede un nuovo piano di incentivi per la sicurezza e l'efficienza energetica

Caldaie

Immagine di repertorio

Martedì 15 ottobre segnerà il momento in cui i termosifoni e le caldaie torneranno a funzionare in tutto il Veneto, un evento che interessa circa 450 mila impianti nella sola provincia di Padova, secondo stime della Cna di Padova e Rovigo basate sui dati del catasto regionale degli impianti termici - Circe. Tuttavia, l’attenzione è focalizzata su un grave problema di sicurezza: si stima che almeno il 10% di queste caldaie, equivalenti a circa 46mila unità, siano di vecchia generazione e richiedano una manutenzione costante per garantire la sicurezza degli utenti.

Un'indagine condotta dalla Provincia di Padova tra il 2020 e il 2022 ha rivelato che su 493 ispezioni effettuate, ben 181 impianti risultavano non idonei, con una percentuale di oltre il 36,7% di anomalie. Anche se parte dei problemi era attribuibile a errori burocratici o ritardi legati alla pandemia, 52 ispezioni hanno evidenziato situazioni di reale pericolo per gli utilizzatori quotidiani.

Con l’arrivo dell’autunno, che si preannuncia fresco, gli esperti avvertono che è cruciale investire nella riqualificazione energetica degli impianti per garantire efficienza e sicurezza. Tuttavia, le notizie non sono favorevoli sul fronte degli incentivi: il bonus ristrutturazione, attualmente al 50% fino a dicembre, subirà significative riduzioni a partire dal 2025, portando l’aliquota al 36% con un tetto di spesa dimezzato a 48 mila euro.

La questione è stata al centro della recente Giornata dell’Impiantista, un evento annuale organizzato dalla Cna per discutere novità legislative e tecnologiche nel settore. I temi trattati hanno incluso l'integrazione di sistemi fotovoltaici e pompe di calore, l'evoluzione dei fluidi refrigeranti e le sfide normative per gli impianti a biomassa.

Luca Montagnin, presidente della Cna di Padova e Rovigo, ha commentato: “In un contesto in cui il Paese si è impegnato in sede europea nella revisione del patrimonio edilizio attraverso la direttiva Casa Green dell'Ue, una riduzione così significativa degli incentivi per le riqualificazioni edilizie è incoerente con gli obiettivi nazionali. Le nostre imprese, pilastri dell’economia locale, affrontano una profonda incertezza sul futuro, e la mancanza di chiarezza sulle scelte del Governo rappresenta un danno per l’edilizia e per i cittadini, la cui sicurezza è in gioco.”

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