Sanità in Veneto: un passo avanti, ma non basta

Anna Maria Bigon, consigliera regionale del Partito Democratico, ha commentato con preoccupazione il recente stanziamento di 150 milioni di euro nei prossimi tre anni per incrementare le retribuzioni del personale sanitario e sociosanitario. Sebbene questo provvedimento rappresenti un passo necessario, la Bigon sottolinea che si tratta solo di un primo passo e che i fondi sono insufficienti per affrontare le sfide attuali della sanità veneta.

“Questo aumento, pur importante, non basta a colmare il grande divario esistente rispetto ad altri Paesi europei e alle regioni italiane più virtuose,” ha affermato Bigon durante la discussione del Disegno di legge in Aula. Secondo la consigliera, è fondamentale garantire investimenti maggiori e strutturali per rafforzare il servizio pubblico e migliorare le condizioni di lavoro del personale.

“È indispensabile riorganizzare il sistema sanitario per evitare carichi di lavoro insostenibili e rendere le condizioni lavorative più accettabili,” ha aggiunto. Bigon ha chiarito che le risorse provengono dal Fondo Sanitario e non rappresentano un'integrazione straordinaria, segnalando così la necessità di un impegno più significativo da parte delle istituzioni.

La consigliera ha anche evidenziato l'ingiustizia esistente tra professionisti della stessa città, assunti da enti diversi, che percepiscono retribuzioni notevolmente differenti. Inoltre, ha sottolineato l'importanza di includere nel finanziamento anche il personale amministrativo e tecnico, essenziale per garantire un'organizzazione efficiente e per snellire i tempi delle procedure.

Infine, Bigon ha messo in evidenza che la manovra di bilancio prevede l'investimento più basso da parte dello Stato in rapporto al PIL negli ultimi dieci anni, una situazione preoccupante che complica ulteriormente il lavoro delle Regioni. “È necessario invertire la rotta e garantire risposte adeguate per il nostro personale,” ha concluso.