Alchimie culturali: l'Incontro tra arte e impresa a Venezia

Un progetto innovativo che unisce artisti e aziende venete, in mostra a Palazzetto Tito fino al 24 novembre

Aurora Ricci

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30.10.2024 - 10:16

Nel cuore di Venezia prende vita la terza edizione di Alchimie Culturali. Questo progetto, promosso da Confindustria Veneto e dalla Fondazione Bevilacqua La Masa, rappresenta un ponte tra due mondi apparentemente distanti: l'arte contemporanea e l'impresa. Relazioni alchemiche. Arte e impresa viaggiano insieme è il titolo evocativo di questa edizione, coordinata da Stefano Coletto. Un titolo che sottolinea l'importanza delle dinamiche relazionali nel processo creativo. Sei artisti e cinque aziende venete si sono uniti in un viaggio di scoperta e affinità, culminato in opere che saranno esposte a Palazzetto Tito dal 26 ottobre al 24 novembre, con ingresso gratuito. Gli abbinamenti tra artisti e aziende sono stati scelti per affinità e scoperta. Luisa Eugeni e Paolo Pretolani hanno collaborato con Orsoni Venezia 1888, mentre Matteo Vettorello ha lavorato con Technowrapp di Fonzaso. Martin Romeo ha unito le forze con Maxfone di Verona, Fabio Roncato con Costruzioni Generali Girardini di Sandrigo, e Caterina Morigi con Elettromeccanica Viotto di San Donà di Piave. Questi incontri hanno dato vita a opere che esplorano diversi linguaggi artistici, dimostrando come l'arte possa essere un potente strumento di innovazione. Enrico Carraro, presidente di Confindustria Veneto, ha sottolineato come sperimentazione, evoluzione e contaminazione siano i concetti chiave che guidano le imprese moderne. Alchimie Culturali incarna questa visione, trasformando l'innovazione in arte. Mariacristina Gribaudi, presidente della Fondazione Musei Civici di Venezia, ha definito il progetto ambizioso, capace di dimostrare come l'arte e l'impresa possano dialogare, arricchendo entrambe le dimensioni e aprendo nuovi orizzonti. Bruno Bernardi, presidente della Fondazione Bevilacqua La Masa, ha evidenziato come il processo di creazione artistica e quello di innovazione in impresa non siano solo metaforicamente affini, ma condividano una base sostanziale di pratiche e aspetti individuali e di gruppo.

Nel cuore di Venezia prende vita la terza edizione di "Alchimie Culturali". Questo progetto, promosso da Confindustria Veneto e dalla Fondazione Bevilacqua La Masa, rappresenta un ponte tra due mondi apparentemente distanti: l'arte contemporanea e l'impresa.

"Relazioni alchemiche. Arte e impresa viaggiano insieme" è il titolo evocativo di questa edizione, coordinata da Stefano Coletto. Un titolo che sottolinea l'importanza delle dinamiche relazionali nel processo creativo. Sei artisti e cinque aziende venete si sono uniti in un viaggio di scoperta e affinità, culminato in opere che saranno esposte a Palazzetto Tito dal 26 ottobre al 24 novembre, con ingresso gratuito. Gli abbinamenti tra artisti e aziende sono stati scelti per affinità e scoperta. Luisa Eugeni e Paolo Pretolani hanno collaborato con Orsoni Venezia 1888, mentre Matteo Vettorello ha lavorato con Technowrapp di Fonzaso. Martin Romeo ha unito le forze con Maxfone di Verona, Fabio Roncato con Costruzioni Generali Girardini di Sandrigo, e Caterina Morigi con Elettromeccanica Viotto di San Donà di Piave. Questi incontri hanno dato vita a opere che esplorano diversi linguaggi artistici, dimostrando come l'arte possa essere un potente strumento di innovazione.

Enrico Carraro, presidente di Confindustria Veneto, ha sottolineato come sperimentazione, evoluzione e contaminazione siano i concetti chiave che guidano le imprese moderne. "Alchimie Culturali" incarna questa visione, trasformando l'innovazione in arte. Mariacristina Gribaudi, presidente della Fondazione Musei Civici di Venezia, ha definito il progetto ambizioso, capace di dimostrare come l'arte e l'impresa possano dialogare, arricchendo entrambe le dimensioni e aprendo nuovi orizzonti. Bruno Bernardi, presidente della Fondazione Bevilacqua La Masa, ha evidenziato come il processo di creazione artistica e quello di innovazione in impresa non siano solo metaforicamente affini, ma condividano una base sostanziale di pratiche e aspetti individuali e di gruppo.