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18.04.2017 - 13:15
Sul caso riportato dalla stampa dell’insegnante dell’istituto Rossi di Vicenza, l’assessore regionale alla scuola, Elena Donazzan, interpella la direttrice generale dell’Ufficio scolastico regionale, Daniela Beltrame. Attraverso la direttrice, l'Assessore si rivolge anche al Ministro Valeria Fedeli proponendole "di avviare una riflessione più approfondita sul reclutamento degli insegnanti – scrive Elena Donazzan - Unitamente al titolo di studio, alla valutazione sulla capacità didattica, credo debba esserci anche un giudizio sulla probità e moralità del docente. Essere docenti è una vocazione e comporta un rispetto di sè e degli altri altissimo, tanto da essere da esempio di autorevolezza soprattutto verso i giovani e verso le loro famiglie. Solo così restituiremo il ruolo che merita la figura del docente nella società”.
Un'affermazione che ha scatenato la reazione della Rete degli studenti medi del Veneto, che scrivono: "Quanto sarebbe bello, se l'assessore Donazzan si preoccupasse delle spese che gli studenti affrontano per garantirsi un'alternanza dignitosa, del costo dei libri, delle scuole che crollano a pezzi anziché del sesso degli insegnanti della propria regione. Come se l'assessorato all'istruzione titolasse ad esprimere vincolanti giudizi etici sulla vita delle persone".
E proseguono: "I commenti della Donazzan sono una buona cornice istituzionale allo striscione di lotta studentesca "tette fuori pene eretto la buona scuola ha il prof perfetto". Fa quasi sorridere, nel 2017, vedere che qualcuno si scandalizza per gli orientamenti dei professori, terrorizzato dal fantasma del contagio nei confronti dei poveri e indifesi adolescenti veneti, così impreparati alla diversità che chissà quanto potrebbero rimanere impressionati! Caro Assessore, noi studenti, da questo punto di vista, siamo due passi più avanti di lei. Conosciamo la diversità, la osserviamo e la esprimiamo ogni giorno, su internet e nella vita reale. Ci piace giudicare i professori, ci piace moltissimo. Ma ci accorgiamo di quanto un giudizio possa risultare crudele, se non ha come base il modo in cui il prof insegna, il suo rapporto con gli studenti, la sua capacità di spiegare chiaramente un concetto, la passione che le sue parole a volte riescono a generare in noi. Le sue dichiarazioni sono vecchie come i muri degli edifici in cui studiamo". "La scuola che vogliamo per la nostra regione è aperta, è avversa alle discriminazioni, è capace di guardare oltre, costruttrice di quei valori che lei mortifica quando sentenzia che "un trans non può insegnare". Ci sono concetti così banali che risulta persino complesso argomentarli. Invitiamo l'assessore (e con lei i militanti di Lotta Studentesca Vicenza) a uscire di casa, respirare una boccata d'aria del nuovo millennio e a cominciare a vedere la scuola con lo sguardo rivolto al futuro, e non al passato".Edizione
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