Emergenza abitativa, Caritas lancia l’allarme dopo lo sgombero dei migranti a Treviso

A Treviso oltre trenta migranti sgomberati dal parcheggio dell'Appiani, la Caritas di Oderzo chiede interventi urgenti dalle istituzioni

Stefano Gabbiano

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12.11.2024 - 11:42

L'11 novembre, un’operazione di sgombero ha coinvolto una trentina di migranti asiatici, tra cui pakistani e afghani, che occupavano il parcheggio dell’Appiani a Treviso. La maggior parte di loro, pur avendo un impiego, si trova senza casa. Dopo lo sgombero, 17 persone sono state trasferite all’ex caserma “Serena” e altre 13 alla parrocchia di Santa Maria del Sile, in quella che sembra essere l’ennesima soluzione temporanea che rischia di diventare definitiva. Questo episodio ha acceso un campanello d’allarme sulla crescente emergenza abitativa nella zona. La Caritas di Oderzo ha reagito con preoccupazione, lanciando un grido d’allarme, sottolineando come il numero di richieste di aiuto per persone senzatetto stia aumentando esponenzialmente e la necessità di accoglienza sia in forte aumento. Il Centro di Ascolto gestisce attualmente un piccolo appartamento, “Casa San Tiziano”, destinato all’emergenza abitativa, ma è già al completo, con una lunga lista d’attesa. A breve, grazie a un privato, Caritas potrà aggiungere altri quattro posti, ma le risorse delle organizzazioni non governative non sono sufficienti per affrontare un problema di tali dimensioni. Caritas chiede dunque un intervento urgente delle istituzioni pubbliche e degli imprenditori locali. La situazione, se non affrontata con tempestività, potrebbe trasformarsi in una vera e propria bomba sociale, con ripercussioni anche sulla sicurezza.

La Caritas di Oderzo ha reagito con preoccupazione, lanciando un grido d’allarme, sottolineando come il numero di richieste di aiuto per persone senzatetto stia aumentando esponenzialmente e la necessità di accoglienza sia in forte aumento.

Il Centro di Ascolto gestisce attualmente un piccolo appartamento, “Casa San Tiziano”, destinato all’emergenza abitativa, ma è già al completo, con una lunga lista d’attesa. A breve, grazie a un privato, Caritas potrà aggiungere altri quattro posti, ma le risorse delle organizzazioni non governative non sono sufficienti per affrontare un problema di tali dimensioni.

Caritas chiede dunque un intervento urgente delle istituzioni pubbliche e degli imprenditori locali. La situazione, se non affrontata con tempestività, potrebbe trasformarsi in una vera e propria bomba sociale, con ripercussioni anche sulla sicurezza.