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Brioche con il “trucco”: farcitura ridotta, clienti delusi

A Mestre cresce il malcontento per cornetti quasi vuoti: la denuncia dell’Adico e le proteste dei consumatori

Brioche vuota

Immagine di repertorio

La brioche del mattino, immancabile compagna del caffè, rischia di trasformarsi in una delusione. Alcune pasticcerie mestrine, infatti, avrebbero adottato una tecnica per risparmiare sui costi: ridurre drasticamente la quantità di farcitura interna senza modificarne il prezzo. A denunciarlo è l’Adico – Associazione Difesa Consumatori, che raccoglie le segnalazioni dei clienti sempre più insoddisfatti.

Brioche sempre più vuote

“Un nostro socio – racconta il presidente dell’Adico, Carlo Garofolini – ha ordinato una brioche alla marmellata in una nota pasticceria del centro di Mestre. Dopo aver constatato che la confettura era quasi inesistente, si è lamentato e ha ricevuto le scuse dell’esercente”. E non è un caso isolato: “Un altro consumatore ci ha riferito di aver abbandonato la sua pasticceria di fiducia dopo aver trovato cornetti al miele, alla marmellata e al cioccolato con una farcitura che un tempo era abbondante e oggi è ridotta al minimo”.

Secondo le segnalazioni, il problema non si limita alla riduzione della farcitura: in alcuni casi anche le dimensioni delle brioche e delle pastine sono state ridotte, trasformandole quasi in prodotti mignon, nonostante il prezzo in certi casi raggiunga i 1,60 euro.

Una tecnica diffusa e poco trasparente

La pratica di vendere prodotti con quantità ridotte è diffusa non solo nei laboratori artigianali, ma anche nei supermercati. Sugli scaffali, prodotti come pasta, riso, biscotti e bibite vengono spesso proposti in confezioni più piccole ma con prezzi invariati, un fenomeno noto come “shrinkflation”. “Il caso delle brioche – sottolinea Garofolini – è emblematico: non è un problema grave, ma riflette le difficoltà dei consumatori, che oggi devono affrontare un’inflazione ai livelli degli anni ’80, con un aumento significativo della spesa alimentare mensile”.

Rinunciare o protestare?

Per il presidente dell’Adico, la soluzione può essere il cambiamento di abitudini: “Si può rinunciare alla brioche o scegliere un’altra pasticceria, ma il problema è a monte. Questa tecnica è odiosa e, in alcuni casi, scorretta”. Intanto, il consiglio per i consumatori è quello di manifestare il proprio dissenso, sperando che i pasticceri tornino a garantire un prodotto all’altezza delle aspettative.

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