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Riorganizzazione e sfide

Crisi degli enti locali: riorganizzazione delle unioni montane commissariate

A Palazzo Piloni si discute del riordino delle Unioni Montane e della carenza di personale. Il presidente Padrin: «Servono funzioni e competenze per garantire i servizi e sostenere il territorio»

Roberto Padrin

Roberto Padrin, Presidente della Provincia di Belluno

Si è riunita oggi a Palazzo Piloni la Conferenza enti locali, un organismo previsto dallo Statuto provinciale e volto a rappresentare in modo unitario le autonomie territoriali. Al centro del dibattito, due questioni cruciali: da un lato, il riordino delle Unioni Montane (Um) promosso dalla Regione Veneto, dall’altro, la grave crisi di personale che affligge enti locali e amministrazioni territoriali.

Presieduta dal presidente della Provincia Roberto Padrin, la Conferenza ha visto la partecipazione di figure istituzionali e tecniche, tra cui il consigliere provinciale delegato alla programmazione strategica Alberto Peterle e i consulenti esperti Maurizio Busatta e Diego Cason. Presenti anche rappresentanti delle Um, del Consorzio Bim Piave, della Magnifica Comunità di Cadore, oltre ai sindaci di Belluno e Feltre e al presidente Uncem.

L’incontro è partito dal disegno di riorganizzazione delle Um voluto dalla Regione, con l’obiettivo di superare criticità che nel Bellunese risultano particolarmente evidenti. Attualmente, infatti, due delle nove Unioni Montane sono in difficoltà operative: la Belluno-Ponte nelle Alpi e la Valboite, entrambe commissariate. Il riordino è visto come una possibile soluzione per attribuire a questi enti funzioni e competenze adeguate, evitando sovrapposizioni e inefficienze.

«Le Unioni Montane sono nate per occuparsi di programmazione d’area vasta, ma oggi si concentrano su promozione, tutela e servizi associati per i Comuni», ha spiegato Peterle. «Tuttavia, soffrono di gravi carenze di personale, che ne limitano l’efficacia».

L’emergenza personale è un tema trasversale. Molti enti locali operano in sotto-organico, aggravando le difficoltà nell’erogazione dei servizi. A questo si aggiunge una crisi “politica”, con numerosi Comuni che, nell’ultima tornata elettorale, hanno faticato a presentare liste complete di candidati.

La Conferenza ha deciso di avviare un monitoraggio approfondito dello stato di salute delle amministrazioni locali, focalizzandosi sui punti di forza e sulle fragilità delle Unioni Montane. «Dobbiamo avere un quadro chiaro per proporre soluzioni concrete e scongiurare inutili duplicazioni di ruoli», ha dichiarato Padrin.

L’obiettivo emerso dalla riunione è chiaro: garantire alle Unioni Montane una struttura organizzativa più solida, con competenze precise e un ruolo definito nella governance territoriale. «Il riordino deve rappresentare una vera opportunità per ristrutturare le Um, trasformandole in strumenti efficaci al servizio del territorio», ha concluso Padrin.

La sfida, dunque, sarà costruire un sistema capace di rispondere alle necessità locali, assicurando una gestione integrata e sostenibile dei servizi in un’ottica di lungo periodo.

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