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Veneto al collasso

Consumo di suolo: allarme del PD sull'eccesso edilizio in Veneto

Dati preoccupanti, proposte urgenti: Favero (PD) attacca e chiede un cambio di rotta

Matteo Favero, responsabile Ambiente e Infrastrutture del PD Veneto

Matteo Favero, responsabile Ambiente e Infrastrutture del PD Veneto

Il Veneto si conferma maglia nera in Italia per il consumo di suolo, con l’11,86% del territorio ormai compromesso. È quanto emerge dal rapporto annuale elaborato dall’ISPRA e dal Ministero dell’Ambiente, che colloca la regione al secondo posto dopo la Lombardia per terreni persi a favore di urbanizzazione e cementificazione incontrollata. Una situazione definita allarmante da Matteo Favero, responsabile Ambiente e Infrastrutture del PD Veneto, che denuncia non solo i rischi ambientali ma anche gli impatti economici e sociali di questa emergenza.

«Perdere terreno vergine – spiega Favero – significa amplificare il rischio idrogeologico, non contrastare il cambiamento climatico e privarsi di spazi cruciali per le produzioni agricole. Inoltre, si crea un effetto domino: bollette più alte per raffreddare edifici in zone urbanizzate e un generale impoverimento della qualità della vita».

I dati presentati non lasciano spazio all’ottimismo. Solo nel 2023 il Veneto ha registrato il più alto incremento annuale di suolo consumato in Italia, con ben 891 ettari persi. Un trend che, secondo Favero, dimostra l’inefficacia della legge regionale 14/2017, pensata per limitare il fenomeno ma incapace di fornire soluzioni concrete.

«Servono interventi radicali», dichiara Favero. Tra le soluzioni proposte dal PD Veneto vi sono incentivi per la rigenerazione di aree dismesse e capannoni abbandonati, una pratica che non solo tutela il territorio ma genera anche nuove opportunità di lavoro.

Il partito ha lanciato cinque proposte concrete, raccolte nel piano “Curare il Veneto”:

  • Stop al consumo di suolo;
  • Rinaturalizzazione delle cinture urbane;
  • Rigenerazione urbana sostenibile;
  • Un piano regionale per l’acqua;
  • Salvaguardia dei fiumi e creazione di nuovi bacini di laminazione.

Favero avanza infine una proposta all’ANCI Veneto: ogni comune dovrebbe pubblicare sul proprio sito istituzionale la percentuale di aree edificate, un gesto di trasparenza per sensibilizzare amministratori e cittadini sulla gravità della situazione.

Il tempo per invertire la rotta stringe, e con esso la possibilità di salvare ciò che resta del territorio veneto e della sua biodiversità.

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