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Apre oggi ai Musei Civici Eremitani la mostra Ezio Bruno Caraceni - Nel labirinto dell'informale

Esplorando il Genio Nascosto: la rivoluzione informale di Ezio Bruno Caraceni in mostra ai Musei Eremitani di Padova

Apre oggi ai Musei Civici Eremitani la mostra Ezio Bruno Caraceni - Nel labirinto dell'informale

Una pittura in continua evoluzione, che trascende etichette e limiti. Dal 7 dicembre 2024 al 30 marzo 2025, i Musei Civici Eremitani accoglieranno la mostra "Ezio Bruno Caraceni – Nel labirinto dell’informale – dagli anni ’50 ai ’70". Questo evento costituisce un’occasione unica per riscoprire un artista veneto grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.

La retrospettiva presenterà oltre cento opere provenienti dall'Archivio Caraceni, testimonianze del percorso artistico di Ezio Bruno Caraceni, nato a Chioggia nel 1927 e scomparso all'età di 59 anni, dopo aver trascorso gran parte della sua esistenza a Roma. "L'accoglienza di questa mostra è motivo di grande orgoglio, a distanza di diversi anni dalla scomparsa di Caraceni – afferma l'assessore alla Cultura del Comune di Padova, Andrea Colasio –. Questa esposizione ha un sapore inedito, poiché per lungo tempo le sue opere sono state apprezzate dai collezionisti ma poco conosciute dal pubblico generale".

L'allestimento, curato da Enrica Feltracco e Massimiliano Sabbion, mira a mettere in risalto i mezzi espressivi con cui Caraceni ha superato la tradizione, attraverso una pittura gestuale, tecnica, rigorosa e oggettiva, suddivisa in quattro fasi della sua vita artistica. Il percorso inizia con la fase della "formazione" (dalla fine degli anni '40 al 1956), un viaggio diversificato che, a partire dal trasferimento a Roma e l'influenza della "rivoluzione degli artisti di via Margutta" nel 1954, culmina con l'invito alla Biennale di Venezia del 1956.

Segue la fase delle "plastiche" (1957-1961), dove si possono ammirare lavori in plexiglass sottile extra lucido e crateri ottenuti dai sacchi, resi celebri da Alberto Burri. In questo periodo, Caraceni torna alla Biennale di Venezia (1958) e partecipa alla Quadriennale di Roma del 1960, nello stesso anno della mostra alla Galleria del Cavallino di Venezia. Tra le opere esposte figurano quelle della Collettiva del 1960 alla Galleria Appia Antica, un evento di rilievo per la presenza di artisti di spicco come Mario Schifano, Mark Rothko, Jackson Pollock, Hans Hartung, Emilio Vedova, Alberto Burri, Giulio Turcato e molti altri.

Gli anni '60 sono marcati dai "fili", il periodo più emblematico dell'arte di Caraceni, segnato dalla contrapposizione tra chiodi e fili di ferro, un passo "oltre l'informale" secondo Palma Bucarelli. Come sottolinea Massimiliano Sabbion: "Il filo è il cordone ombelicale di Caraceni, sempre presente nella sua vita: dalle reti dei pescatori di Chioggia ai lavori delle donne con il tombolo, fino agli itinerari invisibili degli aerei visti dal campanile della sua città, da cui acquisisce l’essenza di mappe in una visione labirintica, dove si emerge grazie al soccorso di un 'filo d’Arianna'".

L'ultimo capitolo è quello dei "labirinti e delle mappe", presenti nella significativa esposizione alla Galleria del Cavallino curata da Maurizio Calvesi nel 1968, anno in cui Caraceni è nuovamente invitato alla Biennale di Venezia e di Tokyo. Le Mappe riflettono un desiderio di ritorno a un mondo antropizzato, dove la scienza si tramuta in fantascienza e lo spazio diventa "fantaspazio". Caraceni concepisce scenografie mentali che offrono allo spettatore la libertà di immaginare nuove forme di vita.

Caraceni era un artista attento ai cambiamenti e alle scoperte scientifiche, profondamente interessato alla comunicazione, alla musica elettronica, alla matematica e alla scienza. Molti sono gli appunti dedicati a questi temi, una passione che emerge con forza nei suoi lavori e che si ritrova nelle serie dei Gesti, delle Mappe e dei Labirinti, fino alle creazioni finali dei Multipli e dei Geometrici. Questa esposizione rappresenta un affascinante ritorno alla ribalta per Caraceni, sedici anni dopo la mostra organizzata dall'Università degli Studi di Padova a Palazzo Ragazzoni Flangini Biglia di Sacile, in collaborazione con il settore Cultura del Comune di Padova.

"Mi auguro che questa mostra apra nuovi scenari di studio su Ezio Bruno Caraceni – commenta la curatrice Enrica Feltracco –, affinché se ne possa finalmente apprezzare il contenuto innovativo e il suo ruolo di precursore".

Informazioni
Apertura: dal 7 dicembre 2024 al 30 marzo 2025
Orari: tutti i giorni, dalle 9.00 alle 19.00
Museo Eremitani – piazza Eremitani 8, 35121, Padova
Ingresso: incluso nel biglietto del Museo Eremitani
Catalogo: Biblos

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