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Dibattito pro-life
03.01.2025 - 14:48
Pro Life
Le recenti dichiarazioni di Erika Baldin, capogruppo del Movimento 5 Stelle al consiglio regionale del Veneto, in merito alla convenzione siglata tra l’ULSS 6 Euganea e il Movimento per la Vita di Camposampiero, stanno suscitando un acceso dibattito. Secondo Baldin, la convenzione, firmata il 23 dicembre, potrebbe aprire la porta alla propaganda antiaborto all'interno degli ospedali, minando i principi della Legge 194/78, che garantisce il diritto all'interruzione volontaria di gravidanza.
In particolare, la consigliera esprime preoccupazione anche per il recente disegno di legge (ddl) promosso da Fratelli d’Italia e approvato dal Senato, che permette alle associazioni pro-life di entrare nelle strutture sanitarie pubbliche con l’obiettivo di "dissuadere" le donne che desiderano abortire. Baldin solleva inoltre il timore che si stiano estendendo diritti giuridici all’embrione e che, grazie a iniziative come quella di far ascoltare il battito cardiaco del feto, si voglia creare un senso di colpa nelle future madri.
Tuttavia, il Movimento per la Vita di Camposampiero ha replicato, in una lettera al nostro giornale, che non esista alcuna costrizione per la donna riguardo all'ascolto del battito cardiaco del feto: si tratta semplicemente di una proposta da parte del medico, che lascerebbe alla donna la libertà di scegliere. Se una donna, dopo aver ascoltato il battito del proprio embrione, decidesse di cambiare idea, lo farebbe in totale libertà e consapevolezza. I movimenti pro-life sostengono dunque la seguente posizione: la libertà di scelta deve sempre essere rispettata, ma deve essere anche pienamente informata, in modo che le donne comprendano che quello che portano nel grembo è un essere vivo.
Per quanto riguarda la questione dei diritti giuridici dell’embrione, il Movimento per la Vita ricorda che la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 27 del 18 febbraio 1975, ha riconosciuto che l'embrione ha diritti umani e, quindi, diritto alla vita e all'integrità psico-fisica. Un concetto che, secondo i pro-life, non deve essere visto come una minaccia ai diritti delle donne, ma come una legittima difesa della vita nascente.
Un altro punto sollevato da Baldin è la crescente presenza di medici obiettori di coscienza, in particolare nella provincia di Padova, che secondo la consigliera potrebbero ostacolare l’accesso all’interruzione di gravidanza, contravvenendo agli obblighi previsti dalla legge 194. Tuttavia, il Movimento per la Vita sottolinea che la legge prevede che i medici non siano obbligati a interrompere una gravidanza, ma solo a prestare assistenza. Proporre l’obbligo di un numero minimo di medici non obiettori, come suggerito da Baldin, potrebbe portare secondo loro a un’inaccettabile violazione della libertà di coscienza dei professionisti.
Infine, il Movimento per la Vita ribadisce che il proprio obiettivo è quello di offrire sostegno alle donne che si trovano ad affrontare una scelta difficile, mettendo a disposizione aiuti morali e materiali per spingerle a riflettere sulle conseguenze di un’eventuale interruzione di gravidanza. Il loro impegno, infatti, si fonda sulla volontà di ridurre il numero di aborti, che secondo i pro-life sono aumentati in modo preoccupante da quando l’aborto è stato "reso accessibile come una sorta di anticoncezionale", come il movimento definisce l'attuale stato giuridico.
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