Cerca

Test Miles 33

Scopri tutti gli eventi

EVENTI

Giustizia negata

Morto in un garage a Treviso, il Comune chiede chiarezza

Il sindaco Mario Conte presenta un esposto per indagare sul drammatico decesso di Marco Magrin

Mario Conte

Mario Conte, sindaco di Treviso

Il dramma della solitudine e dell’indifferenza scuote Treviso. Marco Magrin, 53 anni, è stato trovato morto il 30 novembre scorso in un garage a Monigo. Una tragedia che ha spinto il sindaco Mario Conte a presentare un esposto alla Procura, chiedendo di indagare su come un uomo possa essere abbandonato a una fine tanto crudele nel 2024. "È inaccettabile che un cittadino muoia di freddo e stenti nell’indifferenza generale", ha dichiarato Conte.

Magrin, un onesto lavoratore di Camposampiero, viveva in un appartamento che, secondo le indagini preliminari, risulta essere di proprietà di Andrea Berta, membro del centro sociale Django. L’uomo aveva lasciato o era stato costretto a lasciare l’abitazione a causa di difficoltà economiche, rifugiandosi nel garage dove è stato poi trovato privo di vita.

L’esposto firmato dal primo cittadino sottolinea diversi punti cruciali che necessitano di chiarimento:

  1. Modalità dello sfratto – Il sindaco chiede di verificare se lo sgombero di Magrin sia avvenuto nel rispetto della legge. Anche in caso di morosità, ha ricordato Conte, l’allontanamento di un inquilino richiede un procedimento giudiziario e non può avvenire tramite azioni arbitrarie come il cambio delle serrature.
  2. Responsabilità sul garage – Si vuole capire chi fosse responsabile dell’autorimessa in cui Magrin aveva trovato rifugio e se vi siano state omissioni da parte di chi avrebbe potuto segnalare la sua presenza e le sue condizioni di precarietà.
  3. Supporto mancato – Il documento mette in luce che Magrin, nonostante le difficoltà, non avrebbe mai richiesto aiuto ai servizi sociali, forse per pudore, rimanendo invisibile alla rete di assistenza cittadina.

L’esposto apre anche alla possibilità di identificare i familiari di Magrin per valutare eventuali azioni penali. In alternativa, potrebbe essere nominato un Curatore Speciale per promuovere procedimenti legali a tutela della memoria e dei diritti del 53enne.

Questa vicenda non è solo una tragedia personale, ma un campanello d’allarme per l’intera città. Il sindaco ha sottolineato la necessità di una maggiore vigilanza sociale, affinché nessuno sia lasciato indietro. "Non possiamo permettere che casi simili si ripetano – ha dichiarato Conte – Treviso deve essere una città in cui nessuno viene dimenticato".

L’esposto sarà presentato alla Procura nei prossimi giorni, con la speranza di fare chiarezza su una vicenda che ha lasciato una profonda ferita nella comunità trevigiana.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edizione