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Respinte le mozioni

Scontro sulle cittadinanze: il bilancio giornaliero del Consiglio regionale del Veneto

Tre mozioni sulla cittadinanza al centro della discussione, ma alla fine la Giunta le respinge tutte

Palazzo_Balbi

Palazzo Balbi, sede della Giunta regionale

Il Consiglio respinge tre risoluzioni sulla riforma della cittadinanza ma approva all'unanimità mozioni per il personale INPS e la semplificazione logistica.

Il Consiglio regionale del Veneto ha vissuto una giornata intensa, chiudendo i lavori con decisioni importanti ma non prive di contrasti. L'attenzione si è concentrata inizialmente su tre risoluzioni relative alla riforma della legge sulla cittadinanza, tutte respinte. La risoluzione n. 142, proposta da Elena Ostanel de “Il Veneto che Vogliamo”, puntava su una riforma equa e inclusiva con tempi certi. La n. 141, firmata da Vanessa Camani (PD), chiedeva un impegno regionale per il riconoscimento del diritto alla cittadinanza per i minori. Infine, la risoluzione n. 145, avanzata da Fabrizio Boron (Gruppo misto - Forza Italia), proponeva di vincolare l’ottenimento della cittadinanza al completamento di 10 anni di istruzione scolastica.

Nonostante la rilevanza sociale dei temi, l'Aula ha bocciato tutte e tre le proposte, rimandando ogni decisione al livello nazionale senza assumere un ruolo attivo.

Non sono mancate però le convergenze politiche. All’unanimità, il Consiglio ha approvato la mozione n. 440, presentata da Silvia Maino (Lega-LV), per affrontare la carenza di personale presso l’INPS di Vicenza attraverso un concorso regionale straordinario. Via libera anche alla risoluzione n. 126, a firma di Laura Cestari (Lega-LV), riguardante lo sviluppo della Zona Logistica Semplificata (ZLS) veneta, un progetto volto a semplificare le procedure burocratiche e incentivare gli investimenti sul territorio.

Tra le mozioni respinte, spicca la n. 116, dedicata ai rischi sanitari per i Vigili del fuoco esposti a sostanze perfluoroalchiliche (PFAS). Proposta dall’ex consigliera di Europa Verde Cristina Guarda e illustrata in Aula da Erika Baldin (Movimento 5 Stelle), la mozione chiedeva un monitoraggio sanitario specifico per i pompieri operativi in Veneto, ma non ha trovato il consenso necessario.

Respinta anche la mozione n. 547 di Erika Baldin, che sollecitava un intervento urgente per ripristinare i fondi per la sicurezza sismica negli ospedali, tagliati dal Governo Meloni. La proposta mirava a prevenire rischi strutturali e garantire la continuità dei reparti ospedalieri.

Le decisioni del Consiglio regionale riflettono una spaccatura tra le diverse forze politiche su temi cruciali come cittadinanza e sicurezza sanitaria, ma mostrano anche momenti di cooperazione su problematiche più tecniche e urgenti. La complessa realtà del Veneto trova così un equilibrio precario tra istanze locali e questioni di rilevanza nazionale.

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