Il Veneto ha detto Sì all'autonomia. E a gran voce, con il 98,1% di voti favorevoli (1,9% di contrari): 2.328.949 elettori si sono recati alle urne (il 57,2% dei veneti), e di questi 2.273.985 hanno votato Sì, 43.938 hanno votato No. In testa la provincia di Vicenza (62.7%), seguita da Padova (59.7%), Treviso (58.1%), Venezia (53.7%), Verona (55.5%), Belluno (51.4% circa), in coda Rovigo (49.9%). Quorum. Il quorum era già stato raggiunto alle 19, quando il dato relativo all'affluenza si attestava al 50,1% per crescere, poi, fino alle 23, orario di chiusura delle urne. Attacco hacker. Non è mancato qualche imprevisto in corso d'opera, con un attacco hacker che hanno forzato ben due dei tre livelli di sicurezza, rallentando inizialmente le operazioni di spoglio. Julik Zanellato: "Peccato che Polesine sia stato fanalino di coda". "Ieri hanno vinto i Veneti ed il loro sentimento storico e profondo di maggiore autonomia. Peccato che il Polesine sia stato fanalino di coda e che buona parte della sua classe dirigente non abbia colto la portata della posta in gioco" così l'ex segretario provinciale del Partito Democratico della provincia di Rovigo Julik Zanellato. "Il risultato della consultazione (58% di affluenza in Veneto e 38% in Lombardia) dimostra che non era il referendum della Lega; anzi Maroni e Salvini ne escono con le ossa rotte - aggiunge -. Il PD Veneto ha assunto una posizione seria e responsabile, in linea con le aspettative dei cittadini; chi ha spinto verso l'astensione ha fatto prevalere tatticismi politici naufragati nelle urne, ma soprattutto quei renziani che si sono appiattiti sull'ala oltranzista del partito o che non hanno avuto coraggio di esporsi dovrebbero porsi qualche interrogativo: più di qualcuno non merita di rappresentare il PD in incarichi di vertice". E conclude: "Ora Zaia non ha più alcun alibi di fronte ai cittadini Veneti se non saprà mettere in campo una trattativa seria e concreta con il Governo, coinvolgendo preventivamente tutto il Consiglio Regionale su una proposta unitaria di autonomia rafforzata; lo stesso Gentiloni non potrà trattare il Veneto in maniera diversa dall'Emilia-Romagna". Confagricoltura Veneto, "Il Veneto ha scelto di cambiare, ora più risorse e competenze". “Il risultato è inequivocabile. Il Veneto ha scelto di voltare pagina e di dare mandato al governatore Luca Zaia di trattare con il governo per avviare un percorso che conduca a una maggiore autonomia”. Confagricoltura Veneto, per voce del presidente Lodovico Giustiniani, plaude all’esito del referendum: “Avevamo auspicato una grande partecipazione e così è stato. Un grande successo anche sotto il profilo plebiscitario – dice -, che dà pieno mandato alla Regione Veneto di instaurare una trattativa con il Governo per avere ulteriori risorse e competenze. Per quanto riguarda il mondo agricolo, contiamo che questa sia un’opportunità per arrivare a un maggiore efficientamento della macchina burocratica, che penalizza il nostro sistema economico e le imprese, rallentando e scoraggiando gli investimenti. I nostri associati sono consapevoli anche dei diversi trattamenti economici che hanno da un lato le Province autonome di Trento e Bolzano, e dell’altro il Friuli Venezia Giulia. Con questo referendum abbiamo la possibilità di avere maggiori risorse e competenze da gestire direttamente. Risorse provenienti dal gettito fiscale dei contribuenti veneti”. Nei prossimi giorni Confagricoltura Veneto consegnerà all’assessore Giuseppe Pan, alla Giunta regionale e al presidente Luca Zaia un documento contenente le aspettative e indicazioni del mondo agricolo. Tra le proposte principali, la richiesta di destinare una quota del fondo di garanzia Ismea alle imprese agricole venete e la devoluzione di una quota del finanziamento statale di Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) ad Avepa (Agenzia veneta per i pagamenti in agricoltura), per favorire il sostegno e lo sviluppo della produzione agricola sul territorio.
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter