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Iniziative commemorative

Le vie di Padova, Napoli e Torino adesso parlano di Patrizio Spasiano

Un'iniziativa simbolica in memoria del giovane morto sul lavoro

Le vie di Padova, Napoli e Torino adesso parlano di Patrizio Spasiano

Nella nottata di ieri mercoledì 12 febbraio, un’iniziativa simbolica ha preso avvio in tre grandi città italiane: Padova, Napoli e Torino. Le strade e piazze di queste città sono state intitolate a Patrizio Spasiano, il giovane di 19 anni morto sul lavoro lo scorso 10 gennaio a Napoli. L’iniziativa è stata portata avanti dai Collettivi Autorganizzati Universitari (CAU), che hanno deciso di rinominare alcune vie come segno di memoria e protesta, chiedendo verità e giustizia per la sua tragica morte.

A Padova, via del Santo e piazza delle Erbe sono state intitolate a Patrizio, mentre a Napoli piazza Municipio e a Torino piazza Santa Giulia sono diventate simboli di una lotta che non vuole essere dimenticata. I CAU, con questo gesto, intendono mantenere viva la memoria del ragazzo e al contempo denunciare l'indifferenza delle istituzioni di fronte a incidenti sul lavoro come quello che ha tolto la vita a Patrizio.

Il comunicato diffuso dagli studenti e dalle studentesse recita: “Non permetteremo che un ragazzo come noi, che stava costruendo il proprio futuro, venga dimenticato. Sosteniamo l’appello della famiglia di Patrizio: vogliamo verità e giustizia.” Sono comparsi anche alcuni striscioni nelle tre città, tra cui uno posto di fronte alla Basilica di Sant’Antonio di Padova, al Comune di Napoli e alla Mole Antonelliana di Torino. Gli striscioni riportano il messaggio: “Silenzio = complicità. Istituzioni complici di chi uccide sui posti di lavoro. Verità e giustizia per Patrizio Spasiano.”

Gli studenti accusano le istituzioni di restare in silenzio riguardo alla morte di Patrizio, aggiungendo nel comunicato: “Le istituzioni continuano a rimanere in silenzio di fronte alla morte di Patrizio Spasiano: il Governo e forze d’opposizione non hanno speso una parola per l’accaduto. È chiaro a tutti che per le istituzioni di questo paese i giovani delle periferie che vanno a lavorare e vengono sfruttati per €500 al mese sono considerati cittadini di ‘serie B’, la cui morte non è degna di attenzione. Noi non dimentichiamo, noi non perdoniamo. Verità e giustizia per Patrizio e per tutti noi.”

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