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Attualità
12.03.2025 - 05:56
Corteo dei lavoratori alla Parker
Sciopero di due ore, lo scorso 12 febbraio, contro il licenziamento di tre lavoratori dello stabilimento Parker di Vigorovea. Lo ha organizzato la Fiom-Cgil di Padova in segno di solidarietà ai dipendenti raggiunti pochi giorni prima da una lettera di licenziamento unilaterale. Tutti e tre lavoravano rispettivamente da 36, 26 e 19 anni all’ufficio acquisti, chiuso e delocalizzato in Gran Bretagna. Una scelta, quella operata dalla direzione della multinazionale, che pone interrogativi sulla strategicità del sito Piovese e sull’impegno di Parker in Italia. Il dubbio, che serpeggia e angoscia lavoratrici e lavoratori, è che la multinazionale abbia intenzione di dismettere lo stabilimento santangiolese a favore di quello inglese, equivalente per struttura e produzioni. «Ci hanno tolto la dignità e il rispetto, l’hanno tolta a persone che in questi anni hanno dato tutto per questa azienda. Siamo rimasti scioccati da questa notizia, sconvolti dal modo in cui ci è stata comunicata e dal fatto che per noi non sia stato pensato ad alcun reintegro» denunciano i tre impiegati. Allo sciopero, a cui è seguito un presidio e un corteo, hanno aderito la quasi totalità degli impiegati e degli operai dell’azienda. «I lavoratori sono profondamente scossi e disgustati da quello che sta succedendo» dichiara Michele Iandiorio, segretario generale delle Fiom di Padova, «non solo i tre sfortunati protagonisti ma tutti i dipendenti della Parker. Circa centocinquanta lavoratori e lavoratrici sono scesi in strada e hanno incrociato le braccia in segno di solidarietà verso i loro colleghi e per protestare contro la multinazionale che si è svelata per quello che purtroppo è: una realtà produttiva interessata solo al profitto e al proprio tornaconto che tratta uomini e donne come ingranaggi senza alcuna remora e rispetto. Calpestare in questo modo la dignità di lavoratori e lavoratrici buttandoli fuori dal proprio posto di lavoro in meno di mezz’ora e senza spiegazioni non è accettabile, così come non è ammissibile che in un’azienda in cui la Fiom è presente da decenni, la dirigenza si permetta di licenziare e di chiudere un settore strategico del sito produttivo padovano senza alcun tipo di tavolo di discussione e senza alcuna proposta alternativa». «Questo sciopero e questo corteo» conclude «sono solo il primo passo di una vertenza che ci vedrà presenti e feroci fino a che non saremo convocati per avere spiegazioni concrete sul futuro di questi lavoratori e sul futuro della Parker».
Martina Maniero
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