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Sant'Angelo di Piove di Sacco (PD). Sciopero allo stabilimento Parker di Vigorovea

Il caso Parker accende il dibattito sulla strategicità industriale e la tutela dei lavoratori

Corteo dei lavoratori alla Parker

Corteo dei lavoratori alla Parker

Sciopero di due ore, lo scorso 12 febbraio, contro il licenziamento di tre lavoratori dello stabilimento Parker di Vigorovea. Lo ha organizzato la Fiom-Cgil di Padova in segno di solidarietà ai dipendenti raggiunti pochi giorni prima da una lettera di licenziamento unilaterale. Tutti e tre lavoravano rispettivamente da 36, 26 e 19 anni all’ufficio acquisti, chiuso e delocalizzato in Gran Bretagna. Una scelta, quella operata dalla direzione della multinazionale, che pone interrogativi sulla strategicità del sito Piovese e sull’impegno di Parker in Italia. Il dubbio, che serpeggia e angoscia lavoratrici e lavoratori, è che la multinazionale abbia intenzione di dismettere lo stabilimento santangiolese a favore di quello inglese, equivalente per struttura e produzioni. «Ci hanno tolto la dignità e il rispetto, l’hanno tolta a persone che in questi anni hanno dato tutto per questa azienda. Siamo rimasti scioccati da questa notizia, sconvolti dal modo in cui ci è stata comunicata e dal fatto che per noi non sia stato pensato ad alcun reintegro» denunciano i tre impiegati. Allo sciopero, a cui è seguito un presidio e un corteo, hanno aderito la quasi totalità degli impiegati e degli operai dell’azienda. «I lavoratori sono profondamente scossi e disgustati da quello che sta succedendo» dichiara Michele Iandiorio, segretario generale delle Fiom di Padova, «non solo i tre sfortunati protagonisti ma tutti i dipendenti della Parker. Circa centocinquanta lavoratori e lavoratrici sono scesi in strada e hanno incrociato le braccia in segno di solidarietà verso i loro colleghi e per protestare contro la multinazionale che si è svelata per quello che purtroppo è: una realtà produttiva interessata solo al profitto e al proprio tornaconto che tratta uomini e donne come ingranaggi senza alcuna remora e rispetto. Calpestare in questo modo la dignità di lavoratori e lavoratrici buttandoli fuori dal proprio posto di lavoro in meno di mezz’ora e senza spiegazioni non è accettabile, così come non è ammissibile che in un’azienda in cui la Fiom è presente da decenni, la dirigenza si permetta di licenziare e di chiudere un settore strategico del sito produttivo padovano senza alcun tipo di tavolo di discussione e senza alcuna proposta alternativa». «Questo sciopero e questo corteo» conclude «sono solo il primo passo di una vertenza che ci vedrà presenti e feroci fino a che non saremo convocati per avere spiegazioni concrete sul futuro di questi lavoratori e sul futuro della Parker».

Martina Maniero

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