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06.03.2025 - 05:17
«Come privata cittadina lo perdono, anche se non comprendo il gesto e lo scompiglio che ha creato. Ho capito che non c’era un intento intimidatorio, ma come sindaca non posso lasciar correre». Pace fatta tra la sindaca Giorgia Bedin e Antonio, l’uomo che a fine gennaio aveva deposto la testa e le zampe di un cinghiale davanti agli uffici dell’anagrafe del Comune. Dopo un mese dalla vicenda la sindaca ha avuto un colloquio con l’uomo che, dopo aver ricevuto una multa per divieto di sosta, aveva manifestato il suo malcontento con un’azione che aveva destato grande clamore tra i cittadini e mobilitato un gran numero di forze dell’ordine. Inizialmente tutti avevano pensato che potesse trattarsi di un’intimidazione nei confronti dell’amministrazione comunale. Le indagini però, condotte con rapidità dai carabinieri, hanno rivelato che l’uomo aveva deposto la carcassa dell’animale come gesto goliardico. «Antonio aveva chiesto di incontrarmi per scusarsi di persona per il suo gesto e per lo scompiglio che aveva creato» continua la prima cittadina «ho apprezzato le sue scuse e il modo in cui si è posto nei miei confronti. Ho compreso che è davvero dispiaciuto per quanto accaduto e che il suo intento non era quello di minacciare qualcuno, ma di compiere un gesto di scherno. Come Giorgia lo perdono, ma non posso lasciar correre azioni simili e quindi l’iter giudiziario seguirà il suo corso». Antonio teneva molto all’incontro con la sindaca: «Ho compreso solo in seguito la gravità delle mie azioni e volevo scusarmi di persona e con umiltà con la sindaca, con gli impiegati e con tutti i cittadini» spiega l’uomo «Ringrazio Bedin per avermi ricevuto e per aver accettato le mie scuse. Le ho anche ribadito la mia volontà di mettermi al servizio della comunità per riparare a quanto fatto» conclude Antonio.
Giada Zandonà
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