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Lotta operaia
11.03.2025 - 18:25
Foto del presidio
Giovedì 13 marzo alle 11, presso la sede di Veneto Lavoro in via Ca’ Marcello a Mestre, si terrà un incontro cruciale per il futuro delle Vetrerie Riunite e di Borromini. L’incontro vedrà confrontarsi i rappresentanti dei fondi portoghesi proprietari delle due aziende con i referenti della Regione, le organizzazioni sindacali Filctem Cgil, Fiom Cgil e la RSU.
In contemporanea, dalle 10:30, si terrà un presidio sotto la sede di Veneto Lavoro, organizzato dai lavoratori e dalle lavoratrici di Borromini e Vetrerie Riunite. I dipendenti di entrambe le aziende saranno in sciopero a seguito dell’avvio della procedura di riduzione del personale, che ha colpito prima Borromini e, da pochi giorni, anche le Vetrerie Riunite, con l’annuncio di 49 esuberi tra i lavoratori a tempo indeterminato. L’incertezza riguardo al futuro dei 70 lavoratori in somministrazione alimenta ulteriori preoccupazioni.
I sindacati Fiom e Filctem hanno duramente condannato la gestione opaca e la scarsa serietà mostrata dalla proprietà nelle ultime settimane, dopo aver fatto promesse di stabilità durante i tavoli istituzionali. «Le scelte aziendali non solo sono contraddittorie, ma anche dannose per il territorio e per i lavoratori che hanno contribuito al successo di queste realtà», hanno affermato i segretari generali di Fiom e Filctem di Verona.
Le due aziende, Vetrerie Riunite e Borromini, sono state acquisite a fine 2023 dai fondi portoghesi Tangor e Teak Capital, ma, in meno di un anno, stanno smantellando il sito di Colognola ai Colli, con la chiusura di Borromini già avvenuta e l’avvio del processo di riduzione del personale a Vetrerie Riunite. La motivazione ufficiale dei licenziamenti, ovvero la necessità di ridurre i costi di produzione a causa della concorrenza internazionale e della contrazione del mercato, scontra con la realtà di una gestione che ha visto scarsi investimenti in tecnologia e automazione, riducendo così la competitività delle aziende.
Secondo quanto emerso, parte degli investimenti sono stati indirizzati verso acquisizioni in Cina, suscitando il sospetto che i piani industriali, finora tenuti nascosti, non prevedano un futuro per il sito di Colognola ai Colli all'interno delle strategie di sviluppo del gruppo. «Abbiamo il sospetto che l’azienda stia abbandonando il territorio italiano a favore di progetti all’estero», hanno aggiunto i sindacati.
La speranza è che, durante l’incontro di giovedì, le istituzioni possano intervenire per fermare le scelte impopolari della proprietà, che secondo i sindacati hanno accumulato un debito verso il territorio e, soprattutto, verso i lavoratori che hanno contribuito a fare delle Vetrerie Riunite e di Borromini aziende leader nel mercato.
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