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Tutela dei bambini
07.04.2025 - 15:24
Sindrome del bambino scosso
Ogni anno, al Pronto Soccorso Pediatrico dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata (Aoui), si registrano circa 3-5 casi di neonati che arrivano con la Sindrome del Bambino Scosso (SBS), una condizione causata da movimenti violenti che possono provocare danni cerebrali irreversibili. Un fenomeno che, purtroppo, è in aumento, soprattutto tra le famiglie in difficoltà.
Oggi, in occasione della Giornata Nazionale del Bambino Scosso, l’Aoui ha avviato una serie di iniziative per sensibilizzare le famiglie sui pericoli legati a questo tipo di abuso. All'interno del Padiglione 30 dell’Ospedale della Donna e del Bambino è stato allestito uno stand informativo dove i genitori hanno potuto ricevere consigli pratici su come gestire la frustrazione legata al pianto incontrollato dei neonati.
Il dott. Pierantonio Santuz, direttore del Pronto Soccorso Pediatrico, ha illustrato il grave problema. “Il pianto incontrollato del bambino, che si manifesta spesso tra le 2 settimane e i 6 mesi di vita, può spingere un genitore a scuoterlo per cercare di fermarlo. Ma questo comportamento, anche se compiuto involontariamente, può causare danni enormi,” ha dichiarato. “Il cervello di un neonato è ancora molto delicato e, in questa fase, anche un movimento breve può provocare danni cerebrali permanenti o addirittura fatali.”
La Sindrome del Bambino Scosso è spesso difficile da diagnosticare subito, poiché i sintomi, come sonnolenza e irritabilità, possono essere confusi con altre patologie. Tuttavia, le conseguenze di un episodio di scuotimento violento possono essere devastanti. Emorragie cerebrali, danni permanenti al cervello e difficoltà cognitive sono solo alcune delle problematiche a lungo termine che possono insorgere. In casi estremi, il neonato può anche morire. Secondo i dati del Pronto Soccorso, più della metà dei neonati scossi presenta danni cerebrali permanenti, e un caso su dieci può portare al decesso.
I neonati scossi sono generalmente portati al pronto soccorso per sintomi diversi: difficoltà a nutrirsi, sonno prolungato, crisi convulsive e difficoltà respiratorie. Il personale sanitario raccomanda di rivolgersi immediatamente al pronto soccorso se i genitori sospettano anche solo di aver scosso il proprio bambino, per evitare danni irreparabili.
Il dott. Santuz ha poi sottolineato che “è difficile avere dati certi sull’incidenza di questo tipo di sindrome, poiché molti genitori non si accorgono immediatamente dei danni causati. Quasi un terzo dei casi che trattiamo non sono la prima volta che il bambino arriva al Pronto Soccorso.”
La campagna di sensibilizzazione si è avvalsa anche della partecipazione della dott.ssa Giovanna La Fauci, referente della campagna “Non scuoterlo” per Aoui, e delle dott.sse Simona Spada, Federica Minniti, Emilia Taddei e Silvia Masiero, che hanno collaborato attivamente alla realizzazione dell'iniziativa.
L’iniziativa si inserisce in un contesto più ampio di attenzione verso i nuclei familiari fragili. Infatti, oltre il 65% dei bambini scossi proviene da famiglie che vivono situazioni di disagio sociale, come la depressione, l'abuso di sostanze e la violenza domestica, che contribuiscono ad aumentare la difficoltà nel gestire il pianto dei neonati.
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