A Treviso nasce la prima sala giochi interattiva in ospedale

Tecnologia e giochi educativi per aiutare i piccoli pazienti in attesa di interventi chirurgici

Adamo Chiesa

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07.04.2025 - 18:19

Una sala giochi all'ospedale di Treviso

Nel reparto di chirurgia funzionale dell’orecchio dell’ospedale di Treviso è stata inaugurata oggi la prima sala giochi interattiva del Veneto dedicata ai bambini in attesa di intervento. Uno spazio pensato per rendere meno traumatico il momento del ricovero e dell’attesa, grazie all’utilizzo di tablet, giochi digitali, strumenti educativi e materiali didattici in legno. Il progetto è stato realizzato grazie a un contributo di 11mila euro offerto dalla Fondazione Marchitelli del distretto Lions di Treviso. All’inaugurazione era presente anche l’assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin, che ha definito l’iniziativa “un esempio di eccellenza della nostra sanità”. “Qui si abbina la straordinaria valenza dell’umanizzazione con le capacità cliniche, le alte tecnologie e la multiprofessionalità – ha dichiarato Lanzarin – con l’intelligenza di valutare gli aspetti umani dei piccoli pazienti e delle loro famiglie durante il percorso di cura”. L’obiettivo ora è quello di replicare questa esperienza in altre strutture del territorio, anche in sinergia con progetti già avviati come la pet therapy nei reparti pediatrici. Un segnale concreto di come la sanità possa evolvere non solo nelle competenze tecniche, ma anche nella sensibilità verso chi, come i bambini, affronta la malattia con più fragilità.

Il progetto è stato realizzato grazie a un contributo di 11mila euro offerto dalla Fondazione Marchitelli del distretto Lions di Treviso. All’inaugurazione era presente anche l’assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin, che ha definito l’iniziativa “un esempio di eccellenza della nostra sanità”.

“Qui si abbina la straordinaria valenza dell’umanizzazione con le capacità cliniche, le alte tecnologie e la multiprofessionalità – ha dichiarato Lanzarin – con l’intelligenza di valutare gli aspetti umani dei piccoli pazienti e delle loro famiglie durante il percorso di cura”.

L’obiettivo ora è quello di replicare questa esperienza in altre strutture del territorio, anche in sinergia con progetti già avviati come la pet therapy nei reparti pediatrici. Un segnale concreto di come la sanità possa evolvere non solo nelle competenze tecniche, ma anche nella sensibilità verso chi, come i bambini, affronta la malattia con più fragilità.