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Veneto, il settore manifatturiero perde quasi 4.000 aziende in cinque anni, ma l'export cresce del 22,5%

Nonostante la crisi, il comparto artigiano veneto segna una ripresa

Veneto, il settore manifatturiero perde quasi 4.000 aziende in cinque anni, ma l'export cresce del 22,5%

Foto di repertorio

Il settore artigianale e manifatturiero del Veneto ha vissuto un periodo di grande difficoltà, con la perdita di 3.919 aziende dal 2019 al 2024, secondo quanto riportato da Confartigianato Veneto. Questo calo non ha riguardato solo il numero delle imprese, ma anche l’occupazione, con una diminuzione degli addetti pari al 13,6%.

Nel dettaglio, la contrazione del comparto manifatturiero ha inciso notevolmente sul Made in Veneto, che ha visto diminuire del 13,2% il numero di imprese attive in cinque anni. Alcuni settori, come quello della moda, meccanica ed elettronica, hanno registrato perdite anche superiori al 20%, con una vera e propria emorragia di attività, in un contesto che si fa sempre più difficile per le piccole e medie imprese.

Una contrazione che non frena l'export

Tuttavia, nonostante le difficoltà interne, il settore esportatore ha mostrato numeri positivi. Il valore delle esportazioni venete è aumentato del 22,4% rispetto ai livelli pre-Covid, raggiungendo un volume totale di 77,672 miliardi di euro. Un dato che si fa ancora più significativo se si considera il forte contributo di settori come la gioielleria, che ha visto crescere le proprie esportazioni del 73,7%, seguita da alimentari e bevande (+41,1%), elettronica e informatica (+33,3%) e occhialeria (+30,4%).

Questi numeri dimostrano la resilienza di un settore che, pur affrontando un progressivo declino sul fronte interno, riesce a mantenere una solida posizione sui mercati esteri. Tuttavia, la crisi occupazionale resta una delle sfide più grandi, con una carenza crescente di manodopera qualificata che ha aggravato le difficoltà delle aziende artigiane nel rimanere competitive.

Il commento di Confartigianato

Secondo Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Imprese Veneto, le difficoltà economiche degli ultimi anni sono state alimentate da aumenti dei costi energetici e delle materie prime, oltre che dalla burocrazia e dalla crescente difficoltà di trovare personale specializzato. “Nonostante queste problematiche, le imprese artigiane che sono riuscite a sopravvivere hanno saputo evolversi, adattandosi ai cambiamenti del mercato e puntando sull’innovazione”, ha dichiarato Boschetto.

Il dato più preoccupante riguarda la perdita di competenze, con una flessione del 13,6% degli addetti nel settore artigiano. Le difficoltà di ricambio generazionale e la penuria di personale qualificato sono questioni che necessitano di un intervento urgente per garantire la sostenibilità del settore nel lungo periodo.

I settori più colpiti

I settori che hanno registrato il calo più drastico di imprese includono metallurgia e metalli, con una perdita del 21,9%, seguito da moda (-18,5%) e legno e arredo (-16,7%). Questi numeri evidenziano le difficoltà strutturali di un comparto che, nonostante le buone performance all’estero, è chiamato a rinnovarsi e a investire in soluzioni più moderne per restare competitivo.

Nonostante ciò, il quadro complessivo non è completamente negativo: l’export, come sottolineato, continua a crescere, e molte imprese artigiane hanno saputo sfruttare le difficoltà per trasformarsi e diversificare la propria offerta, mirando a nuovi orizzonti internazionali.

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