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Sicurezza stradale

Sicurezza sulle strade, rinnovato l’accordo tra Confindustria Veneto Est e Polstrada

Obiettivo: zero vittime entro il 2050

Sicurezza sulle strade, rinnovato l’accordo tra Confindustria Veneto Est e Polstrada

Foto di repertorio

Prosegue l’impegno congiunto per rendere le strade del Veneto più sicure. È stato rinnovato per il biennio 2025-2026 il protocollo d’intesa tra Confindustria Veneto Est e il Compartimento della Polizia Stradale per il Veneto, con l’obiettivo di intensificare la diffusione della cultura della sicurezza stradale attraverso formazione qualificata, buone pratiche e incontri informativi rivolti al mondo dell’impresa, in particolare ai settori della logistica, trasporti e a chi utilizza quotidianamente la strada per lavoro.

La firma dell’accordo è avvenuta nei giorni scorsi nella sede della Polstrada di Padova, con la sottoscrizione da parte della presidente di Confindustria Veneto Est Paola Carron e della comandante del Compartimento Barbara Barra.

Il protocollo, nato da un’esperienza già positiva negli ultimi due anni con oltre 900 partecipanti in 9 incontri formativi, prevede nel nuovo biennio almeno sei incontri su temi chiave come il nuovo Codice della Strada, i regolamenti europei su tempi di guida e riposo, e le normative nazionali e internazionali per il trasporto di merci e persone.

I corsi saranno rivolti agli imprenditori e ai loro collaboratori delle province di Padova, Treviso, Venezia e Rovigo, con il supporto diretto dei Comandanti della Polizia Stradale territoriali, oltre alla possibile partecipazione di altri enti pubblici.

Numeri che fanno riflettere

Nel 2023, il Veneto ha registrato 12.774 incidenti stradali, con 309 vittime e 16.994 feriti. Sebbene in calo rispetto al 2022 (morti -3,7%, incidenti -3,4%, feriti -1,7%), l’impatto economico resta enorme: circa 1,5 miliardi di euro solo nella nostra regione, pari a 306 euro pro capite. A livello nazionale, il costo complessivo dell’incidentalità stradale è stimato in 17,7 miliardi di euro (dati Istat).

Allarmante anche l’aumento dell’incidenza dei decessi tra gli utenti vulnerabili – bambini, giovani e anziani – che nel 2023 ha raggiunto il 47,9% (in linea con la media nazionale).

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