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L'economia non va in vacanza: Pasqua al lavoro per oltre 300mila veneti

Tra turismo, sanità, commercio e servizi essenziali, quasi un veneto su tre sarà operativo anche tra domenica e lunedì di Pasquetta

immagine di repertorio

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Mentre milioni di cittadini si preparano a trascorrere il ponte pasquale tra gite fuori porta e pranzi in famiglia, in Veneto oltre 323mila lavoratori non potranno concedersi una pausa. Secondo un’elaborazione dell’Ufficio studi della CGIA di Mestre su dati Istat, tra la domenica di Pasqua e il lunedì dell’Angelo circa un terzo dei dipendenti veneti sarà regolarmente al lavoro.

Si tratta per lo più di figure impiegate nei settori che non si fermano mai: turismo, ristorazione, sanità, sicurezza, trasporti, commercio, informazione, ma anche industria a ciclo continuo e agricoltura. Un dato che, va precisato, esclude i lavoratori autonomi – come artigiani, commercianti, ambulanti e agricoltori – che spesso proseguono l’attività anche nei giorni festivi.

Dal 2012, anno in cui il governo Monti ha liberalizzato gli orari di apertura delle attività commerciali, il lavoro durante le festività ha registrato un aumento costante. I dati del 2023 parlano chiaro: in Italia il 25,8% degli autonomi è attivo anche nei giorni rossi del calendario, mentre tra i dipendenti la percentuale si attesta al 20,4%.

I comparti più coinvolti? In cima alla lista figurano alberghi e ristoranti, seguiti da sanità e commercio. Proprio questi tre settori, stando ai microdati Istat, rappresentano circa il 60% del totale dei lavoratori attivi nei giorni festivi, una tendenza confermata anche in Veneto.

A livello nazionale, il Veneto si posiziona al terzo posto per numero assoluto di dipendenti al lavoro durante le festività (323.400 unità), dopo Lombardia (593.600) e Lazio (465.600). Tuttavia, se si considera la percentuale sul totale degli occupati, le regioni con l’incidenza maggiore sono Sardegna e Liguria (26,9%), seguite da Abruzzo e Lazio. Il Veneto, insieme a Emilia-Romagna, Marche e Lombardia, mostra invece un’incidenza inferiore.

Rispetto al contesto europeo, l’Italia resta comunque sotto la media. Se nel 2023 il 20,6% dei dipendenti nei Paesi UE lavorava nei festivi, in Italia la quota era del 20,4%. Ben più alte le percentuali nei Paesi Bassi (38,6%), Malta (35,8%) e Finlandia (35,4%). Fanalino di coda la Germania, con appena il 14,6%.

A rendere possibile la vita collettiva anche durante le feste sono centinaia di professioni diverse. L’elenco stilato dalla CGIA è lungo e comprende – tra gli altri – medici, infermieri, forze dell’ordine, giornalisti, camerieri, pizzaioli, autisti, operatori ecologici, tecnici, artisti, tassisti e panificatori. Persone che, anche a Pasqua e Pasquetta, permettono agli altri di godere delle proprie giornate di festa.

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