Aperyshow e Fondazione Giulia Cecchettin insieme per un linguaggio inclusivo

All’edizione 2025 del primo charity festival italiano, artisti e case discografiche sono invitati dalla fondazione a riflettere sull’impatto delle parole nella musica

Adamo Chiesa

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28.04.2025 - 15:10

Immagine di repertorio

L’edizione 2025 dell’Aperyshow Charity Event si arricchisce di un messaggio di forte valore sociale: promuovere un linguaggio musicale più rispettoso, consapevole e inclusivo. In collaborazione con la Fondazione Giulia Cecchettin, il festival – che si terrà nell’area Campo Fiera di Arsego dal 24 aprile al 1° maggio – lancia un appello rivolto a tutti gli artisti e alle case discografiche. A firmarlo è Gino Cecchettin, padre di Giulia e presidente della Fondazione che porta il suo nome, nata per trasformare il dolore della tragica perdita in un impegno concreto contro la violenza di genere. In una lettera aperta indirizzata agli artisti che saliranno sul palco, Cecchettin invita i musicisti a riflettere sul peso delle parole nelle loro canzoni e sull’impatto che queste possono avere sui giovani: “Salire su un palco, oggi, significa anche scegliere da che parte stare. Le parole che scegli, i messaggi che trasmetti, arrivano a migliaia di giovani, e lasciano tracce”, scrive. Nel segno di questo impegno, la Fondazione ha realizzato e diffuso un vademecum per i cantanti, con indicazioni su come evitare stereotipi, romanticizzazione della violenza e linguaggi tossici, e uno per le case discografiche, pensato per favorire pari opportunità, sicurezza e inclusione nel settore musicale. Il primo documento è stato consegnato a tutti gli artisti che parteciperanno al festival. L’obiettivo è ambizioso ma necessario: coinvolgere il mondo della musica nel cambiamento culturale indispensabile per prevenire la violenza di genere, cominciando dal palco e dalla produzione artistica. Coerente con il suo spirito solidale che da oltre dieci anni lo contraddistingue, l’Aperyshow Charity Event devolverà parte delle donazioni raccolte alla Fondazione Giulia Cecchettin. Un gesto concreto che si unisce a un potente atto simbolico: trasformare la musica in uno strumento non solo di intrattenimento, ma anche di educazione, ispirazione e costruzione di una cultura fondata sulla parità e sul rispetto.

A firmarlo è Gino Cecchettin, padre di Giulia e presidente della Fondazione che porta il suo nome, nata per trasformare il dolore della tragica perdita in un impegno concreto contro la violenza di genere. In una lettera aperta indirizzata agli artisti che saliranno sul palco, Cecchettin invita i musicisti a riflettere sul peso delle parole nelle loro canzoni e sull’impatto che queste possono avere sui giovani: “Salire su un palco, oggi, significa anche scegliere da che parte stare. Le parole che scegli, i messaggi che trasmetti, arrivano a migliaia di giovani, e lasciano tracce”, scrive.

Nel segno di questo impegno, la Fondazione ha realizzato e diffuso un vademecum per i cantanti, con indicazioni su come evitare stereotipi, romanticizzazione della violenza e linguaggi tossici, e uno per le case discografiche, pensato per favorire pari opportunità, sicurezza e inclusione nel settore musicale. Il primo documento è stato consegnato a tutti gli artisti che parteciperanno al festival.

L’obiettivo è ambizioso ma necessario: coinvolgere il mondo della musica nel cambiamento culturale indispensabile per prevenire la violenza di genere, cominciando dal palco e dalla produzione artistica. Coerente con il suo spirito solidale che da oltre dieci anni lo contraddistingue, l’Aperyshow Charity Event devolverà parte delle donazioni raccolte alla Fondazione Giulia Cecchettin. Un gesto concreto che si unisce a un potente atto simbolico: trasformare la musica in uno strumento non solo di intrattenimento, ma anche di educazione, ispirazione e costruzione di una cultura fondata sulla parità e sul rispetto.