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Elezioni regionali
08.05.2025 - 17:30
Andrea Martella, senatore e segretario regionale del Partito Democratico del Veneto
«Cinque anni, non uno di più. Punto». Con queste parole Andrea Martella, senatore e segretario regionale del Partito Democratico del Veneto, commenta il recente parere espresso dal Consiglio di Stato in merito al contrasto tra la normativa elettorale regionale e quella nazionale. Una presa di posizione netta, che chiama direttamente in causa la Giunta guidata da Luca Zaia e le scelte del centrodestra veneto.
«Il parere del Consiglio di Stato ristabilisce con chiarezza ciò che abbiamo sempre sostenuto – afferma Martella –: la legge nazionale prevale su quella regionale. E la legge nazionale parla chiaro: la durata degli organi elettivi delle Regioni è di cinque anni. Non cinque anni e sette mesi, né otto, né nove. Cinque. Punto».
Secondo il segretario Dem, quanto accaduto finora rappresenta un tentativo deliberato di confondere le acque. «Si chiude finalmente – prosegue – un tentativo surreale del centrodestra veneto di creare confusione, aprendo un fronte artificiale e strumentale sulla data delle elezioni regionali. Per mesi si è agitato il presunto vincolo della legge elettorale veneta, che indicherebbe la primavera come periodo del voto. Una forzatura, buona solo a guadagnare tempo e mantenere in piedi una legislatura ormai alla fine, per regalare a Zaia altri mesi da presidente».
Martella rivendica il diritto dei cittadini veneti ad andare al voto nei tempi previsti, senza ulteriori rinvii. «Siamo nel 2025, non nel 2020 – conclude –: allora c’era una pandemia, oggi solo le ambizioni personali e le diatribe infinite del centrodestra. Si fissi finalmente la data del voto, come prevede la legge, e si restituisca ai veneti il diritto di scegliere il proprio futuro».
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