Cerca

Test Miles 33

Scopri tutti gli eventi

EVENTI

Sanità veneta

Sanità veneta, Tosi all’attacco: “Centinaia di milioni fermi, ma le liste d’attesa restano”

L’eurodeputato accusa la Regione: “Risorse inutilizzate mentre mancano medici”. Lanzarin replica: “Fondi già spesi, accuse infondate”

Sanità veneta, Tosi all’attacco: “Centinaia di milioni fermi, ma le liste d’attesa restano”

Manuela Lanzarin

Le liste d’attesa si allungano, mancano medici e operatori, e la sanità veneta torna al centro del dibattito politico. Ad accendere la miccia è Flavio Tosi, europarlamentare e coordinatore veneto di Forza Italia, che lancia un duro attacco alla Regione: “I soldi ci sono, ma non si usano”.

Tosi interviene dalla Commissione Salute del Parlamento europeo, dove sottolinea che nel 2024 la Regione avrebbe avanzato oltre 600 milioni di euro. Di questi, circa 450 milioni sarebbero liquidità disponibile: risorse che, secondo lui, potrebbero essere impiegate subito per ridurre le liste d’attesa e rafforzare il personale. Invece, sostiene, “vengono accantonate per coprire eventuali perdite già superate o destinate all’edilizia sanitaria”.

“Ben venga costruire nuove strutture – aggiunge Tosi – ma senza medici e infermieri non servono a nulla. E continuare a coprire i turni con i gettonisti esterni costa il triplo rispetto ad assumere stabilmente”.

La replica di Lanzarin: “Nessun tesoretto, dati falsati”.

Non si è fatta attendere la replica dell’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin, che respinge al mittente ogni accusa. "Quei 446 milioni non sono un ‘tesoro nascosto’: sono stati già impiegati nel 2024 per far funzionare il sistema sanitario, dalla digitalizzazione agli accordi con i privati per smaltire le attese”.

Secondo Lanzarin, parlare di fondi inutilizzati è “una ricostruzione falsa che genera solo allarmismo”. E aggiunge: “I bilanci delle ULSS e delle Aziende ospedaliere parlano chiaro: l’avanzo reale è di 5 milioni, non 450. E anche quel margine potrà essere usato solo per spese di investimento, non per assunzioni”.

Ma l’assessore non si ferma ai numeri e contrattacca sul piano politico. “Da che pulpito viene la lezione? Tosi è stato assessore alla Sanità tra il 2005 e il 2007, uno dei periodi più difficili per il sistema sanitario veneto. Le cronache dell’epoca parlano di medici in rivolta e attese fino a sei mesi per una visita”.

Oggi, secondo Lanzarin, la situazione è molto diversa: “Il Veneto è ai vertici nazionali per qualità dei servizi sanitari, le liste d’attesa stanno calando e il sistema funziona, nonostante vincoli di spesa imposti a livello nazionale”.

Nel 2024, ricorda l’assessore, sono stati investiti oltre 250 milioni per prestazioni sanitarie da privati accreditati, e per il 2025 sono già previsti altri 42,3 milioni per lo stesso scopo.

Lo scontro tra Tosi e Lanzarin non è solo uno scambio di accuse: è lo specchio di una tensione più ampia all’interno del centrodestra veneto e riflette le difficoltà di coniugare rigore finanziario e risposte concrete ai cittadini.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edizione