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Sicurezza pubblica
18.05.2025 - 17:00
Foto di repertorio
Squadre ridotte all’osso, interventi rallentati e carichi di lavoro insostenibili: è questo lo scenario tracciato dal movimento Verona Sicura, che ha acceso i riflettori sulla preoccupante carenza di personale tra i vigili del fuoco della provincia. Un allarme che coinvolge la sicurezza pubblica e la qualità del servizio di soccorso, sempre più compromesse.
I numeri sono eloquenti: a fronte di un fabbisogno teorico di 331 unità, il comando provinciale ne conta solo 258. Un divario di oltre 70 vigili del fuoco, che si riflette direttamente sulla sicurezza dei cittadini: a Verona c’è un vigile ogni 3.485 abitanti, contro una media nazionale di uno ogni 2.143. Anche i tempi medi di intervento risultano più alti: 18 minuti contro i 16,4 del Veneto e i 16,7 su scala nazionale.
La situazione è resa ancora più critica dalla scarsa distribuzione territoriale delle sedi operative: nel Veronese sono attualmente solo quattro – la centrale di Verona e i distaccamenti di Bardolino, Caldiero e Legnago – mentre la media nazionale è di sei presidi per provincia. L’ipotesi di un nuovo distaccamento in Valpolicella è in fase di valutazione, ma il vero nodo resta la mancanza di personale attivo.
Il movimento ha formalmente segnalato l’emergenza al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, al prefetto Donato Cafagna e ai vertici nazionali del Corpo dei Vigili del Fuoco. L’obiettivo è ottenere un adeguamento dell’organico e garantire così non solo tempi di risposta più rapidi, ma anche maggiore tutela per gli operatori, sempre più esposti a turni estenuanti e stress operativi.
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