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22.05.2025 - 14:20
Pochi giorni fa, la Giunta Comunale ha dato il via libera a un progetto di fattibilità tecnico-economica riguardante la riqualificazione del tratto delle mura di Padova, situato tra Porta Savonarola e Barriera San Prosdocimo, che include l'area della ex-Caserma Prandina. Questo progetto è stato concepito per concorrere a un bando di finanziamento regionale. Nel 2023, l'Assessorato ai Lavori Pubblici del Comune ha reso noto un master plan per il recupero e la riqualificazione delle aree dell'ex caserma Prandina, degli edifici esistenti e del tratto adiacente delle mura cinquecentesche. Questo piano è stato valutato complessivamente in maniera positiva, poiché evitava la creazione di un ampio parcheggio da 800-1000 posti auto, preservando così un'area strategica nel quadrante ovest della città dal diventare un desolato spazio al servizio dei veicoli. Il piano guida proponeva alcune scelte fondamentali e delineava le linee guida per indire un concorso internazionale di progettazione, come assicurato dall'Assessore e richiesto espressamente dal documento finale del processo partecipativo di Agenda 21, che aveva coinvolto circa un centinaio di associazioni culturali e organizzazioni di categoria padovane.
Il concorso avrebbe dovuto interessare in forma integrata tutta l’area, tutte le componenti e gli aspetti essenziali del nuovo parco urbano:
“Così purtroppo non è stato - fa notare Sergio Lironi, Presidente Onorario di Legambiente Padova - Il masterplan, di una disarmante banalità dal punto di vista progettuale, è stato di fatto considerato quasi come un progetto definitivo, come una camicia di forza anche nel caso del mini concorso che ha prodotto la proposta di alcune “atmosfere di progetto”. Le accattivanti immagini fornite dai rendering in realtà non riescono a mascherare la povertà e l’insignificanza del disegno complessivo del parco, caratterizzato da una suddivisione degli spazi aperti secondo uno schema di rigida ortogonalità, con aree quasi esclusivamente destinate a prato attraversate da qualche filare di alberi, da alcuni percorsi pedonali e ciclabili e da qualche aiuola fiorita”.
La pianificata demolizione di tutti gli edifici non protetti dalla Soprintendenza priva il parco di servizi essenziali e di potenziali iniziative, come quelle proposte nel documento di Agenda 21, che avrebbero potuto garantirne una vera attrattiva e una frequentazione costante durante tutta la settimana e in qualsiasi orario. Tale approccio avrebbe evitato il rischio di marginalizzazione del luogo. Attualmente, infatti, soltanto una sezione dell’edificio centrale prevede la creazione di uno spazio dedicato a un bar e ad attività ristorative.
Francesco Tosato, Presidente di Legambiente Padova , auspica che in fase di elaborazione del progetto definitivo, considerati i tempi non immediati di realizzazione di larga parte delle opere, si preveda
“ un ripensamento del progetto complessivo del parco, integrando in una visione unitaria le diverse componenti, ma soprattutto riducendo le dimensioni del parcheggio, assente nel progetto di fattibilità, e recuperando alcuni dei fabbricati che si vorrebbero demolire per la promozione di nuove attività culturali, sociali ed economiche, opere fondamentali per una vera riqualificazione dell’area ”.
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