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Calderan difende Porto Marghera: «Smettiamola con gli attacchi strumentali»

Il presidente della Venezia Port Community interviene nel dibattito sull’economia portuale: «Il porto è l’unica vera alternativa al turismo di massa»

Davide Calderan, presidente della Venezia Port Community (VPC)

Davide Calderan, presidente della Venezia Port Community (VPC)

«Basta con gli attacchi pretestuosi al porto, senza ascoltare né proporre alternative concrete». È il duro monito di Davide Calderan, presidente della Venezia Port Community (VPC), che scende in campo per difendere il ruolo strategico del porto di Venezia nel tessuto economico cittadino, prendendo posizione contro le critiche avanzate da alcuni comitati cittadini.

A riaccendere la miccia è stata l’ennesima polemica sulla portualità veneziana. Calderan, facendo eco alle parole del presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Fulvio Lino di Blasio, denuncia l’uso strumentale di tematiche ambientali e il pericolo di una visione miope: «Davvero la città vuole eliminare l’unica vera alternativa al turismo di massa? Le accuse sembrano voler cancellare la portualità senza offrire soluzioni. Ma senza il porto, quale futuro rimane per Venezia?».

Il presidente di VPC ribadisce come la salvaguardia della laguna non sia in contrasto con le attività portuali. «Forse chi parla oggi ha dimenticato che Venezia esiste da oltre 1600 anni grazie anche alla gestione intelligente della sua laguna. Se non si interviene, la laguna scompare. Serve consapevolezza, non slogan».

Numeri alla mano, Calderan ricorda che la portualità veneziana non è un retaggio del passato, ma una realtà economica viva e fondamentale. Lo dimostra lo studio “L’impatto economico e sociale del sistema portuale veneto”, condotto nel 2020 da AdSPMAS e Camera di Commercio di Venezia Rovigo: «Parliamo di un fatturato da 6,6 miliardi di euro e 21.175 lavoratori. Sono famiglie, non astrazioni».

Sui temi ambientali, Calderan puntualizza: «La manutenzione dei canali, come il Vittorio Emanuele, è sempre stata fatta. È normale chiedere il ripristino delle dimensioni originarie. Non possiamo lasciare che l’interramento distrugga la funzionalità. E sulle Tresse, se ci sono fanghi inquinati, rimuoverli è un dovere verso l’ambiente, non il contrario».

Guardando al futuro, Calderan sottolinea il valore dei progetti dell’Autorità portuale: «Non si tratta solo di far passare navi, ma di sviluppare traffici commerciali e industriali a Porto Marghera. E valorizzare la Marittima con un turismo regolato e programmato può essere un punto di forza, non una minaccia».

Infine, il presidente respinge l’idea di una contrapposizione tra porto e città: «Chi parla di ambiente senza conoscere i dossier fa il gioco della confusione. Venezia è nata grazie al porto, è cresciuta sugli scambi con l’Oriente. Oggi si rischia di dimenticare questa identità. Come si è detto del Mose che non avrebbe funzionato, ora si mette in discussione il porto. Serve memoria, responsabilità e visione. Altrimenti si condanna Venezia a una monocultura turistica insostenibile».

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