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Arci Vicenza promuove il referendum di giugno: “Cinque Sì per i diritti di tutti”

L’associazione invita a votare ai referendum dell’8 e 9 giugno per difendere lavoratori, sicurezza e inclusione sociale

Nicolai, Todesco, Gallucci e Peruffo al banchetto in contrada Cavour oggi

Nicolai, Todesco, Gallucci e Peruffo al banchetto in contrada Cavour oggi

Una tappa significativa per la “Carovana per la cittadinanza” che ieri ha fatto sosta nel cuore di Vicenza, in contra Cavour, dove attivisti e cittadini si sono ritrovati attorno ai gazebo informativi. Arci Vicenza, con il supporto di Arci Nazionale, ha rinnovato il proprio sostegno convinto ai cinque quesiti referendari su cui gli italiani saranno chiamati a esprimersi l’8 e 9 giugno. Lo slogan è chiaro: “5 Sì per i diritti di tutti: da soli siamo niente, insieme siamo tutto”.

“All’interno di un sistema che marginalizza le istanze sociali, andare a votare e votare cinque volte ‘Sì’ è un atto rivoluzionario – ha dichiarato Fabio Todesco del comitato vicentino di Arci – perché significa schierarsi con il 99% della popolazione”. A fianco di Todesco, i rappresentanti della Cgil e l’assessore comunale Dodo Nicolai, uniti per chiedere più diritti, più sicurezza e più giustizia sociale.

La denuncia dell’Arci è netta: “Siamo dalla parte dei lavoratori – ha proseguito Todesco – sia di quelli a tempo indeterminato che vivono un doppio standard, sia dei precari, troppo spesso dimenticati. I referendum sono un’occasione concreta per contrastare lo sfruttamento causato dagli appalti al massimo ribasso, dove il primo costo a essere tagliato è quello della sicurezza”.

Proprio la sicurezza sul lavoro è uno dei punti centrali dell’iniziativa. I numeri parlano da soli: nel 2024 si sono registrate 1090 morti sul lavoro, con un aumento del 5% rispetto all’anno precedente. E il 2025 non promette miglioramenti, con 205 vittime solo nel primo trimestre, segnando un ulteriore +8,7% rispetto allo stesso periodo del 2024. “Siamo di fronte a una vera emergenza nazionale”, ha ribadito Todesco.

Ma i quesiti referendari non toccano solo il mondo del lavoro. L’Arci richiama l’attenzione anche su chi, pur vivendo, studiando e pagando le tasse in Italia, non gode degli stessi diritti perché non nato da genitori italiani. “Votare Sì – ha detto Todesco – significa anche sostenere l’inclusione e il riconoscimento di piena cittadinanza per tutti”.

Non è mancata una critica all’attuale Governo, accusato dall’Arci di “restringere gli spazi di libertà e partecipazione, reprimere il dissenso e alimentare un clima bellicista e razzista, sottraendo risorse ai diritti sociali fondamentali”.

L’appello finale di Todesco è un invito alla partecipazione: “Votare è il primo passo per cambiare la realtà, fin dal giorno dopo. È il modo più diretto per costruire una società più giusta, equa e inclusiva”.

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