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Cucina
24.05.2025 - 13:15
Foto di repertorio
Un piatto che profuma di mare e tradizione, il fritto misto alla chioggiotta è una delle espressioni più genuine della cucina veneta. A Chioggia, storica cittadina lagunare, la frittura di pesce è un rito quotidiano che rispetta rigorosamente la qualità del pescato locale e le tecniche tramandate di generazione in generazione.
Alla base del piatto c’è solo pesce fresco, appena scaricato dai pescherecci del mercato ittico: sogliolette, seppioline, moeche (granchi molli, quando disponibili), gamberetti, scampi, calamaretti, acciughe o sardine. Tutto viene passato in farina bianca, talvolta mescolata con un po’ di semola fine per ottenere una croccantezza più decisa.
Dopo un’attenta pulizia, il pesce viene asciugato accuratamente e poi infarinato leggermente. Si frigge in olio di arachidi bollente (tra i 170° e i 180°C), pochi pezzi alla volta per non abbassare la temperatura e garantire una frittura leggera e non unta. Una volta dorato, il fritto va scolato su carta assorbente e salato subito, ancora caldo.
Il fritto misto si porta in tavola ben caldo, accompagnato da spicchi di limone o, a scelta, una spolverata di prezzemolo fresco. Spesso, a completare il piatto, non manca la polenta bianca, servita morbida o grigliata, perfetta per esaltare i sapori del mare.
A Chioggia si evita qualsiasi pastella pesante: qui il fritto è "nudo", asciutto e croccante. Il vero protagonista resta il pesce, che deve essere freschissimo. Anche l’olio è fondamentale: abbondate e sempre ben caldo, per ottenere un fritto dorato e non unto.
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