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Allarme estremismi
26.05.2025 - 14:50
Paolo Borchia, segretario provinciale della Lega e capo delegazione al Parlamento europeo
Si alza il livello di allerta a Verona sul fronte dell’Islam radicale. Paolo Borchia, segretario provinciale della Lega e capo delegazione al Parlamento europeo, ha lanciato un chiaro allarme durante una conferenza stampa a Palazzo Barbieri: “Preoccupa la diffusione lenta ma costante della Fratellanza musulmana anche nel nostro territorio”.
Il centro culturale Bayan, già oggetto di attenzione da parte dell’intelligence francese, è finito nel mirino delle autorità italiane. Secondo Borchia, il centro sarebbe legato alla Fratellanza musulmana e finanziato da capitali provenienti dal Kuwait, con l’obiettivo di formare imam destinati a operare in tutta Europa. “C’è un Islamismo che agisce con la violenza e un altro che si insinua in giacca e cravatta – ha affermato Borchia – e quest’ultimo mira a modificare la società dall’interno, sfruttando strumenti legali e retorica religiosa”.
Borchia ha chiesto massima trasparenza sulle attività del centro, sui suoi finanziamenti e sulle sue connessioni politiche, sottolineando come il rischio sia quello della costruzione di strutture ideologiche ispirate a un’interpretazione teocratica del Corano. “Verona non può diventare un laboratorio per modelli sociali antitetici ai nostri valori. È fondamentale informare la cittadinanza e agire per tempo”, ha aggiunto.
A rafforzare la posizione leghista è intervenuto anche il capogruppo in Consiglio comunale, Nicolò Zavarise, che ha annunciato la presentazione di una mozione per chiedere un monitoraggio aggiornato delle attività religiose e culturali presenti sul territorio. “L’amministrazione deve garantire sicurezza e identità: vogliamo chiarezza su fondi e influenze straniere. Chiederemo un tavolo di coordinamento tra Comune, Prefettura e Questura per vigilare su ogni possibile infiltrazione ideologica”.
Borchia ha infine rivelato che sono in corso approfondimenti con i servizi di intelligence francesi e con le amministrazioni locali coinvolte. “Non è comune – ha sottolineato – che Verona venga citata nei dossier dei servizi stranieri. È nostro dovere fare luce fino in fondo”.
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