Sile Jazz 2025: tre serate di musica tra fiume, borghi e sperimentazione sonora

Dal 6 all’8 giugno, Casale sul Sile, Quarto d’Altino e Istrana ospitano un festival che unisce tradizione e innovazione

Alessia Scarpa

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03.06.2025 - 12:00

Sile Jazz 2025: tre serate di musica tra fiume, borghi e sperimentazione sonora

Foto di repertorio

Il battito del fiume Sile torna a vibrare con la quattordicesima edizione di Sile Jazz – Acque Sonore, festival estivo che trasforma ogni anno i suggestivi paesaggi tra Treviso e Venezia in un palcoscenico naturale per la musica contemporanea. Dal 6 al 26 luglio l’evento animerà borghi nascosti e scorci naturali, ma sarà il weekend d’apertura, dal 6 all’8 giugno, a dare il via a questo viaggio sonoro tra radici africane, jazz classico e sperimentazioni elettroniche. La rassegna si inaugura venerdì 6 giugno alle 21:00 al Porticciolo di Casale sul Sile, con il progetto afro-jazz tribale Kalimbata. Luigi Vitale, Gianpaolo Rinaldi e Luca Colussi intrecciano kalimba, balafon, vibrafono e organo Hammond in un concerto che esplora la cultura musicale africana con rigore e passione, dando vita a un dialogo tra tradizione e innovazione. Per chi vuole immergersi ancora di più nell’atmosfera, prima dello spettacolo sarà possibile navigare il Sile in kayak, grazie a Venice Trail, con tariffe speciali per i partecipanti. Sabato 7 giugno, la scena si sposta a Quarto d’Altino, in Piazza San Michele, dove alle 21:00 la cantante Simona Trentacoste guida un quartetto di raffinati interpreti jazz in una rivisitazione originale degli standard più amati. Accompagnata da Angelo Di Leonforte (pianoforte), Riccardo Grosso (contrabbasso) e Antonio Petralia (batteria), la vocalist siciliana offre un viaggio intimo e ricco di sfumature, fondendo eleganza e libertà improvvisativa. La chiusura del weekend si svolge domenica 8 giugno, alle 21:00, nel parco di Villa Lattes a Istrana. Qui prende vita il progetto d’avanguardia MYND, quartetto fondato nel 2022 da Manuel Marocchi e Mirko Pedrotti, che unisce sax, vibrafono, synth e elettronica in composizioni fluide e dinamiche. Un’esplorazione musicale che rompe gli schemi, offrendo paesaggi sonori in continuo mutamento e confermando la vocazione sperimentale del festival.

Il battito del fiume Sile torna a vibrare con la quattordicesima edizione di Sile Jazz – Acque Sonore, festival estivo che trasforma ogni anno i suggestivi paesaggi tra Treviso e Venezia in un palcoscenico naturale per la musica contemporanea. Dal 6 al 26 luglio l’evento animerà borghi nascosti e scorci naturali, ma sarà il weekend d’apertura, dal 6 all’8 giugno, a dare il via a questo viaggio sonoro tra radici africane, jazz classico e sperimentazioni elettroniche.

La rassegna si inaugura venerdì 6 giugno alle 21:00 al Porticciolo di Casale sul Sile, con il progetto afro-jazz tribale Kalimbata. Luigi Vitale, Gianpaolo Rinaldi e Luca Colussi intrecciano kalimba, balafon, vibrafono e organo Hammond in un concerto che esplora la cultura musicale africana con rigore e passione, dando vita a un dialogo tra tradizione e innovazione. Per chi vuole immergersi ancora di più nell’atmosfera, prima dello spettacolo sarà possibile navigare il Sile in kayak, grazie a Venice Trail, con tariffe speciali per i partecipanti.

Sabato 7 giugno, la scena si sposta a Quarto d’Altino, in Piazza San Michele, dove alle 21:00 la cantante Simona Trentacoste guida un quartetto di raffinati interpreti jazz in una rivisitazione originale degli standard più amati. Accompagnata da Angelo Di Leonforte (pianoforte), Riccardo Grosso (contrabbasso) e Antonio Petralia (batteria), la vocalist siciliana offre un viaggio intimo e ricco di sfumature, fondendo eleganza e libertà improvvisativa.

La chiusura del weekend si svolge domenica 8 giugno, alle 21:00, nel parco di Villa Lattes a Istrana. Qui prende vita il progetto d’avanguardia MYND, quartetto fondato nel 2022 da Manuel Marocchi e Mirko Pedrotti, che unisce sax, vibrafono, synth e elettronica in composizioni fluide e dinamiche. Un’esplorazione musicale che rompe gli schemi, offrendo paesaggi sonori in continuo mutamento e confermando la vocazione sperimentale del festival.