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Energia e territorio

Autonomia energetica: un passo indispensabile per garantire servizi e crescita al Veneto di domani

Sindaci, aziende pubbliche e amministratori uniti contro i monopoli dell’energia: “Le risorse devono restare sul territorio per tutelare cittadini, imprese e comunità locali”

Federico Testa, presidente di AGSM AIM

Federico Testa, presidente di AGSM AIM

Mentre i costi dell’energia continuano a pesare sui bilanci di cittadini e Comuni, in Veneto cresce la richiesta di una gestione più autonoma e locale delle reti energetiche. Un fronte compatto – composto da amministratori pubblici, imprese locali e rappresentanti istituzionali – denuncia l’attuale sistema di concessioni e chiede una svolta che metta il territorio al centro delle politiche industriali del settore.

Alla base delle preoccupazioni c’è il rinnovo delle concessioni per la distribuzione elettrica e la produzione idroelettrica, oggi fortemente concentrato nelle mani di pochi operatori nazionali. Una situazione che penalizza l’intero ecosistema veneto, come sottolinea Federico Testa, presidente di AGSM AIM: “In Italia l’85% della distribuzione elettrica è detenuto da un solo soggetto, che si trattiene interamente i profitti. Solo in Veneto parliamo di un mercato da 300 milioni di euro l’anno, escluso da ogni reale concorrenza”.

Preoccupazioni condivise anche da Mario Conte, presidente di ANCI Veneto, che rilancia l’allarme dei Comuni: “Non chiediamo fondi, ma autonomia per gestire il nostro patrimonio naturale. I rincari energetici mettono a rischio i servizi essenziali e l’equilibrio finanziario degli enti locali”.

La richiesta è chiara: aprire il mercato, valorizzare le competenze locali e garantire che gli utili prodotti dall’energia – oggi spesso drenati altrove – vengano reinvestiti nei territori. Un approccio che permetterebbe di migliorare la qualità della vita, sostenere la transizione energetica e promuovere uno sviluppo più equo e resiliente.

Il rischio, denunciano i promotori dell’appello, è che si consolidi un nuovo monopolio nel gas e si proroghi di altri vent’anni quello sulla rete elettrica, come previsto da un recente emendamento alla legge di bilancio. “Così facendo – osservano – si nega la possibilità di costruire soggetti industriali locali capaci di rispondere alle esigenze reali delle comunità”.

I promotori, che rappresentano realtà pubbliche e private con una forte radicazione nel tessuto veneto, auspicano che la Regione giochi un ruolo decisivo nella partita energetica, a partire dalla definizione del nuovo piano regionale. L’obiettivo: creare un modello che generi valore condiviso, mettendo al centro persone, imprese e territori.

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