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13 nuovi rifugi premiati

“Rifugi Sani e Sicuri”: si allarga la rete in Veneto, già 55 le strutture certificate

Nuovi riconoscimenti assegnati a 13 rifugi, anche fuori dal Bellunese

“Rifugi Sani e Sicuri”: si allarga la rete in Veneto, già 55 le strutture certificate

Foto di repertorio

Prosegue con forza l’espansione del progetto “Rifugi Sani e Sicuri”, nato per migliorare la sicurezza e la qualità sanitaria delle strutture montane venete. Con l’ultima tornata di adesioni, sono saliti a 55 i rifugi che hanno ottenuto il prestigioso riconoscimento, di cui 47 nella provincia di Belluno e 8 nelle altre province montane del Veneto.

Il progetto, promosso dal Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss Dolomiti, ha come obiettivo la promozione della salute in quota, anche in vista dell’aumento dei flussi turistici e degli eventi sportivi internazionali che interesseranno le Dolomiti nei prossimi anni.

Per ottenere il bollino, le strutture devono soddisfare almeno cinque degli otto criteri stabiliti: disponibilità di un defibrillatore DAE in manutenzione, personale formato al primo soccorso, strumenti per la misurazione della pressione arteriosa, menù con indicazione degli allergeni, pasti gluten free, approvvigionamento idrico sicuro, protocolli per la prevenzione della legionellosi e strumenti di protezione solare a disposizione degli ospiti.

I 13 nuovi rifugi premiati durante una cerimonia al Rifugio Papa, sul massiccio del Pasubio, appartengono a varie province, tra cui Vicenza, Verona e Treviso. Si tratta di: Città di Vittorio Veneto, Val Maron, Marcesina, Achille Papa, Scarpon, Campomulo, Monte Torla, Boschetto, Bottari, Pramperet, La Casera, Falier e Torrani.

L’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin ha evidenziato come il progetto stia dando vita a una vera rete regionale coordinata, destinata a crescere ulteriormente: ha sottolineato che la prevenzione non deve fermarsi alla città o agli ospedali, ma deve raggiungere anche i luoghi del tempo libero, come i rifugi. Ha inoltre ricordato che i rifugisti e i proprietari delle strutture sono stati affiancati in un percorso formativo e organizzativo che ha portato all’ottenimento del “bollino di qualità”.

Un’attenzione particolare è stata riservata anche alla prevenzione del melanoma. L’assessore ha richiamato i dati emersi da una recente indagine, secondo cui un terzo degli escursionisti e un quarto degli sciatori affrontano la montagna senza protezione solare. Tra i più giovani, il dato cresce fino all’80%. Ecco perché i rifugi – ha osservato – possono e devono diventare presidi di salute attiva, promuovendo comportamenti corretti anche sotto il sole d’alta quota.

Infine, si ricorda che i rifugi non ancora dotati di defibrillatore possono farne richiesta all’Ulss competente, ricevendolo in comodato d’uso gratuito.

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