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A Vicenza la prima "bimba arcobaleno": registrata all'anagrafe con due mamme dopo la storica sentenza della Corte Costituzionale

Il sindaco Possamai firma l’atto di nascita della bimba di Sonia Mariga ed Elisa Greselin: "Le Famiglie Arcobaleno hanno sempre trovato le porte aperte nella nostra città"

Il sindaco Possamai con Sonia Mariga, Elisa Greselin e la loro bimba (fonte: profilo Instagram ufficiale di Possamai)

Il sindaco Possamai con Sonia Mariga, Elisa Greselin e la loro bimba (fonte: profilo Instagram ufficiale di Possamai)

È stata registrata oggi, martedì 24 giugno, all’anagrafe del Comune di Vicenza la nascita della prima bambina figlia di una coppia di donne, dopo la recente sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato illegittimo il divieto di registrare all’anagrafe i figli nati da due madri.

A firmare l’atto è stato il sindaco Giacomo Possamai, che ha sottoscritto ufficialmente la dichiarazione di nascita della figlia di Sonia Mariga ed Elisa Greselin. Si tratta di un momento storico per la città, che segna un cambiamento significativo anche sul piano nazionale, in materia di diritti civili e riconoscimento delle Famiglie Arcobaleno.

«È insieme un’emozione e una soddisfazione – ha dichiarato il sindaco – sottoscrivere come primo cittadino questo atto di nascita. La nostra Amministrazione ha sempre aperto le porte alle Famiglie Arcobaleno, ritenendo giusto registrare questi bambini, senza discriminazioni. Ora, grazie alla sentenza della Corte costituzionale, non solo queste due mamme vicentine, ma tutte le coppie composte da due donne dovrebbero poter accedere con serenità agli uffici anagrafici in tutta Italia».

Possamai ha sottolineato il valore simbolico e pratico di questo momento: «È la legge, finalmente, a sancire ciò che la società civile afferma da tempo: che tutti i bambini e le bambine sono uguali e devono avere gli stessi diritti fin dalla nascita. È una conquista che arriva dopo anni di battaglie e grazie alla tenacia di molte persone, tra cui le due mamme che oggi accogliamo con orgoglio nella nostra comunità».

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