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Lavoro che include: quattro milioni per trasformare la fragilità in risorsa

Fondazione Cariverona lancia un bando per creare occupazione e autonomia nei territori

Lavoro che include: quattro milioni per trasformare la fragilità in risorsa

Foto di repertorio

In un Paese segnato da profonde disuguaglianze sociali ed economiche, il lavoro resta la frontiera più importante dell’inclusione. Non soltanto come strumento per generare reddito, ma come leva di dignità, relazioni e diritti. Eppure i numeri raccontano un’Italia ferma ai margini dell’Europa: oltre il 15% dei giovani è “Neet” (non studia, non lavora e non si forma), il divario di occupazione tra uomini e donne supera i 17 punti, e solo il 36% delle persone con disabilità ha un impiego, ben al di sotto della media UE. Anche i migranti, pur rappresentando più del 10% della forza lavoro, registrano un tasso di disoccupazione superiore alla media nazionale.

Sono cifre che raccontano storie di esclusione spesso ignorate. Per affrontarle, Fondazione Cariverona ha lanciato il nuovo bando “Lavoro e inclusione”, mettendo sul piatto 4 milioni di euro destinati ai territori di Verona, Vicenza, Belluno, Ancona e Mantova. L’obiettivo? Costruire insieme ecosistemi locali capaci di generare vere opportunità di inserimento lavorativo per chi è ai margini, grazie a reti solide tra pubblico, privato e terzo settore.

«Il lavoro non è solo economia: è riconoscimento, partecipazione, dignità. Vogliamo soluzioni che nascano nei territori, da alleanze reali», spiega Bruno Giordano, presidente della Fondazione.

Il bando non punta a interventi spot, ma a costruire un tessuto collaborativo stabile e capace di durare. Sarà premiata la co-progettazione tra enti pubblici, imprese, organizzazioni non profit, servizi sociali, enti di formazione e cittadini. Al centro c’è la sfida di trasformare la vulnerabilità in risorsa, offrendo percorsi su misura a chi vive disoccupazione, sotto-occupazione o svantaggi complessi di natura economica, sociale, abitativa o sanitaria.

Le proposte dovranno prevedere una governance partecipata, capace di coordinare le energie locali attorno a un obiettivo comune: restituire futuro e autonomia a chi l’ha perso. Tra i punti qualificanti ci sono l’orientamento e la formazione personalizzata per intercettare e valorizzare talenti nascosti, ma anche il coinvolgimento attivo delle imprese in un percorso di trasformazione culturale verso luoghi di lavoro inclusivi.

Le organizzazioni partecipanti saranno chiamate a investire sul rafforzamento delle proprie competenze, per garantire interventi efficaci e sostenibili. Tutto il percorso sarà affiancato da una valutazione indipendente, che monitorerà i risultati e orienterà eventuali correttivi.

L’iniziativa non si limita al finanziamento: vuole essere un laboratorio di innovazione sociale. È previsto infatti l’Impact LAB, uno spazio strutturato per l’apprendimento e il confronto tra i partecipanti, con workshop tematici, incontri di co-design e momenti di analisi collettiva dei risultati.

I contributi richiedibili variano da 200 a 400mila euro, con un cofinanziamento minimo del 20%. Le candidature si potranno presentare online entro le ore 13 del 15 ottobre 2025. Due webinar di approfondimento aperti a tutti si terranno il 9 e il 23 luglio.

«Per partecipare non basta un progetto. Servono alleanze solide, lavoro sul campo, risultati concreti», conclude Giordano. «Investire sul lavoro vuol dire investire sulla coesione sociale e sulla salute delle comunità. È la nostra risposta a un’epoca segnata da crisi e trasformazioni profonde: non lasciare indietro nessuno».

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