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05.07.2025 - 17:31
Foto di repertorio
Cresce l’allerta tra gli allevatori del Veneto per l’avanzare della dermatite nodulare contagiosa (LSD), una malattia virale altamente infettiva che colpisce i bovini e può avere conseguenze letali. Dopo aver causato l’abbattimento di oltre 300 capi in Sardegna, il virus ha raggiunto anche il Nord Italia, con un caso confermato a Porto Mantovano, in provincia di Mantova.
Di fronte alla minaccia crescente, il Ministero della Salute ha attivato un sistema di contenimento, istituendo zone di protezione e sorveglianza che coinvolgono quattro province venete: Verona, Padova, Vicenza e Rovigo.
Nel dettaglio, la zona di protezione, che si estende in un raggio di 20 km dal focolaio, e la zona di sorveglianza, che arriva fino a 50 km, comportano restrizioni severe per la movimentazione degli animali, al fine di arginare la diffusione dell’infezione.
Verona è interessata da entrambe le aree, sia di protezione che di sorveglianza.
Padova, Vicenza e Rovigo ricadono almeno in parte nella fascia di sorveglianza.
La dermatite nodulare contagiosa si trasmette attraverso punture di insetti come mosche, zanzare e zecche, e provoca nei bovini febbre, noduli cutanei, edemi, e in casi gravi può portare alla morte. Sebbene non sia trasmissibile all’uomo, il rischio per la filiera agroalimentare è significativo, con pesanti ripercussioni economiche dovute a blocchi di movimentazione, abbattimenti preventivi e calo della produttività.
Le associazioni di categoria lanciano l’allarme, chiedendo misure di sostegno urgenti per gli allevatori e un rafforzamento della sorveglianza veterinaria sul territorio. In gioco c’è la tenuta dell’intero settore zootecnico veneto, già provato da emergenze sanitarie e climatiche.
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