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10.07.2025 - 14:38
Foto di repertorio
Dopo mesi di tensioni, presidi e appelli inascoltati, la vertenza dei lavoratori dei musei e siti culturali dell’Università di Padova segna un primo, importante passo in avanti: l’Ateneo ha aperto ufficialmente un tavolo di confronto con USB Lavoro Privato, sindacato che da mesi guida la mobilitazione assieme alla rappresentanza sindacale aziendale di Coopculture.
L’incontro si è svolto il 9 luglio negli uffici dell’Orto Botanico, luogo simbolico della protesta e teatro negli ultimi mesi di una forte mobilitazione per denunciare le criticità dell’appalto in corso, gestito dalle cooperative Culture e Terra.
“Non è stato facile arrivare fin qui – ha dichiarato Emanuele Caon di USB – ma finalmente abbiamo ottenuto un primo confronto diretto. L’Università ha riconosciuto che ci sono criticità nel sistema attuale, in particolare stipendi troppo bassi e problemi organizzativi legati alla gestione delle cooperative. Ora si è detta disponibile a lavorare per un bando di gara migliore. È un segnale che ci dà speranza”.
Alla base della vertenza c’è una gestione frammentata dell’appalto che ha creato evidenti squilibri: due cooperative diverse, due contratti collettivi differenti, ma stesse mansioni e stessi servizi. Un’anomalia che ha prodotto forti disparità salariali tra i lavoratori, denunciata ripetutamente dai sindacati.
“L’Università – ha spiegato Antonio Sciuto, anch’egli di USB – ha finalmente ammesso che non è accettabile che due persone che fanno lo stesso lavoro, nello stesso luogo, siano retribuite in modo diverso solo perché assunte da due soggetti differenti. È un principio di equità che deve guidare ogni appalto pubblico”.
Nel corso dell’incontro è stato ribadito anche l’impegno assunto da Coopculture davanti al prefetto di Padova: nessun licenziamento fino alla fine dell’appalto in corso. Un risultato non scontato, frutto anche della pressione esercitata dai lavoratori durante le settimane di agitazione sindacale, ora temporaneamente sospesa in attesa di sviluppi concreti.
La possibilità di riscrivere il bando di gara tenendo conto delle osservazioni dei lavoratori rappresenta un punto di svolta potenziale. Tuttavia, la guardia resta alta: USB e i dipendenti attendono di vedere le promesse trasformarsi in atti concreti.
“Nel 2025, a Padova, è evidente che non si può vivere con meno di 10 euro l’ora – ha ribadito Caon – Abbiamo fatto arrivare questo messaggio alla committenza e continueremo a vigilare. La nostra battaglia non si fermerà finché non vedremo un reale miglioramento nelle condizioni di chi lavora per conto dell’Università”.
L’incontro tra USB e l’Area Marketing dell’Università, responsabile del bando, è stato accolto con moderata soddisfazione da parte dei lavoratori. Non è ancora la fine della vertenza, ma è il primo spiraglio di dialogo dopo mesi di silenzio istituzionale.
I sindacati continueranno a monitorare l’iter del nuovo bando, con l’auspicio che da questa apertura possa nascere un sistema più equo, capace di tutelare dignità, salario e diritti di chi lavora nei servizi culturali dell’Ateneo patavino.
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