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11.07.2025 - 10:37
Foto di repertorio
Il fiume Piave non è una spiaggia e, dopo una serie di tragici episodi, le autorità locali hanno deciso di stringere le misure di sicurezza vietando categoricamente la balneazione e applicando sanzioni fino a 500 euro a chi viene sorpreso in acqua. La Provincia di Treviso insieme ai Comuni rivieraschi hanno predisposto un sistema di cartelli informativi in diverse lingue, per garantire che il messaggio arrivi chiaro a residenti e turisti, affiancato da una campagna social attiva su Facebook e Instagram.
Il divieto di fare il bagno vale lungo tutto il corso del fiume, dalle Prealpi fino alla foce, a tutela dell’incolumità pubblica. Le recenti tragedie – tra cui la morte di una bambina a Pederobba, il decesso di un giovane a Fagarè e il salvataggio di sette ragazzi rimasti bloccati su un isolotto a causa dell’innalzamento improvviso delle acque – hanno spinto le istituzioni a intervenire con fermezza.
Il prefetto di Treviso, Angelo Sidoti, ha ribadito che il Piave rappresenta un ambiente insidioso anche per i nuotatori più esperti a causa di correnti pericolose e vortici. I sindaci locali hanno lanciato un appello alla responsabilità, sottolineando l’importanza di rispettare i divieti per prevenire ulteriori incidenti e tutelare chi è chiamato a intervenire in situazioni di emergenza.
Nonostante la sorveglianza non possa essere garantita su tutta l’asta fluviale, saranno intensificati i controlli nelle zone più frequentate, con multe previste anche per chi trasgredisce in aree isolate. I nuovi cartelli multilingue verranno installati in prossimità dei principali accessi e delle spiaggette conosciute lungo il fiume.
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