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11.07.2025 - 13:14
La Giunta regionale del Veneto ha dato via libera al Piano di controllo del cormorano per il quinquennio 2025-2029, un’iniziativa che mira a contenere l’impatto di questo predatore sulle risorse ittiche e sulla biodiversità locale. A presentare il progetto è stato l’assessore regionale alla Caccia e alla Pesca, Cristiano Corazzari, che ha sottolineato come, nonostante la protezione della specie, il cormorano rappresenti una minaccia concreta per alcune attività economiche e per specie ittiche preziose.
Il piano prende le mosse da una dettagliata analisi delle aree maggiormente interessate dal problema: in particolare la fascia costiera veneta, con particolare attenzione alle valli da pesca delle lagune salmastre nelle province di Rovigo, Venezia e Padova. Qui il cormorano si nutre in gran numero di specie allevate come branzini, orate, cefali e anguille, causando gravi danni alle produzioni vallicole. Ma l’azione predatoria si estende anche alle zone alpine e prealpine, dove l’uccello minaccia specie autoctone e rare quali il Temolo e la Trota marmorata, da tempo oggetto di programmi di ripopolamento.
I numeri parlano chiaro: la popolazione di cormorani nidificanti è passata dalle circa 1.300 coppie del 2019 a oltre 1.400 nel 2023. Parallelamente, la popolazione svernante è aumentata significativamente, raggiungendo nel 2024 quasi 6.400 esemplari nella provincia di Venezia. Questi dati si traducono in un incremento delle richieste di risarcimento danni: dai quasi 100 mila euro del 2020 si è saliti a 120 mila euro nel 2023 solo nelle province di Rovigo e Venezia.
Per far fronte a questo problema, il Piano prevede principalmente metodi di contenimento ecologici, come l’installazione di barriere fisiche — reti per impedire l’accesso ai bacini di allevamento e alle zone di tutela — e interventi di disturbo acustico e luminoso nei dormitori degli uccelli. A vigilare sull’attuazione saranno diverse autorità, dalla Regione alla Polizia provinciale e metropolitana, in un’ottica di collaborazione territoriale. Durante tutto il periodo di validità del Piano, inoltre, saranno svolte attività di monitoraggio per valutarne l’efficacia e adattare le strategie di intervento.
Corazzari ha infine evidenziato come questo strumento rappresenti un equilibrio fondamentale tra la tutela di una specie protetta e la necessità di preservare la biodiversità e le produzioni ittiche di eccellenza del Veneto, confermando l’impegno regionale nel coniugare sostenibilità ambientale e sviluppo economico.
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