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Dazi USA, allarme Veneto: rischio per 3 miliardi di export

Confartigianato: “L’Europa reagisca con investimenti, non con ritorsioni”

Dazi USA, allarme Veneto: rischio per 3 miliardi di export

Foto di repertorio

Mentre dagli Stati Uniti arriva l'annuncio del Presidente Donald Trump sull’inasprimento dei dazi al 30%, l’industria veneta lancia l’allarme: oltre 3 miliardi di export regionale a rischio, soprattutto nei settori chiave dell’artigianato e della piccola impresa. A dirlo è Confartigianato Imprese Veneto, che invita l’Europa a non inseguire Washington sul terreno delle ritorsioni, ma a rilanciare con un grande piano di investimenti interni.

“La risposta non può essere una guerra commerciale – afferma Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Veneto –. L’Europa, se resta coesa, è un’economia più grande degli Stati Uniti. I dazi minacciano il nostro export, ma soprattutto la tenuta di un sistema produttivo che si fonda su qualità, competenze e innovazione. Servono subito misure per rafforzare la manifattura e sostenere le imprese”.

Veneto tra le regioni più esposte

Secondo l’Ufficio Studi dell’associazione, il Veneto è la seconda regione italiana più esposta dopo la Lombardia. Nel 2024, ben 3,094 miliardi di euro di esportazioni venete sono finite nel mirino dei nuovi dazi statunitensi: una cifra che rappresenta l’1,7% del PIL regionale.

I comparti più colpiti? Gioielleria, occhialeria e moda, che insieme costituiscono oltre il 70% dell’export veneto soggetto a dazi. Un sistema fatto di micro e piccole imprese, che rappresentano il cuore pulsante della produzione regionale.

Export in frenata nonostante il boom farmaceutico

Nonostante il dato aggregato positivo dell’export italiano verso gli USA – +8,2% nei primi quattro mesi del 2025 – la crescita è trainata quasi esclusivamente dal settore farmaceutico (+74,5%). Al contrario, gli altri comparti manifatturieri, più rappresentativi del tessuto artigiano, registrano una flessione del 2,6%.

Preoccupante anche il calo dell’export in settori chiave del Made in Italy: -9,7% per le altre manifatture, -6,8% per i prodotti in metallo e -2% per l’arredo.

Il doppio colpo: dazi e dollaro debole

Alla minaccia dei dazi si aggiunge un altro fattore destabilizzante: il deprezzamento del dollaro. Tra gennaio e giugno 2025, la valuta americana ha perso l’11,2% rispetto all’euro, riducendo ulteriormente la competitività delle esportazioni italiane.

“Questa doppia penalizzazione rischia di colpire duramente le nostre imprese – continua Boschetto –. Ecco perché abbiamo bisogno di strumenti per diversificare i mercati, incentivi all’innovazione e investimenti infrastrutturali che rafforzino la resilienza produttiva del Paese”.

“Energia e politica estera, l’Europa si assuma le sue responsabilità”

Il presidente di Confartigianato Veneto evidenzia anche un altro nodo strategico: la fragilità energetica del continente europeo. “Occorre – sottolinea – la fine immediata della guerra in Ucraina, non solo per motivi umanitari, ma per ripristinare un equilibrio economico con l’Est Europa che garantisca energia accessibile e sicura”.

In conclusione, l’appello: “I nostri imprenditori artigiani hanno dimostrato di saper affrontare le sfide globali. Ora tocca all’Europa proteggerli con una visione industriale ambiziosa, non con slogan, ma con fatti concreti”.

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