Cerca

Test Miles 33

Scopri tutti gli eventi

EVENTI

Polemica ambientale

Slitta al 2026 il blocco dei Diesel Euro 5: allarme salute da Legambiente Veneto

L’associazione ambientalista critica duramente l’emendamento al Decreto Infrastrutture: "Passo indietro grave nella lotta all’inquinamento"

Foto di repertorio

Foto di repertorio

Il rinvio dello stop alla circolazione dei veicoli diesel Euro 5 nei grandi centri urbani del Nord Italia scatena la dura reazione di Legambiente Veneto. L’associazione si dice profondamente preoccupata per l’emendamento approvato dalle Commissioni Ambiente e Trasporti della Camera al Decreto Legge Infrastrutture, che sposta al 1° ottobre 2026 il blocco inizialmente previsto per l’anno precedente.

Secondo Legambiente, si tratta di “un colpo alla salute pubblica e un’occasione persa” per la Regione. La misura coinvolge le aree urbane con oltre 100.000 abitanti di Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, ridimensionando di fatto quanto stabilito dall’Accordo Antismog del 2017. L’accordo, sottoscritto dalle Regioni e dal Ministero dell’Ambiente, fissava al 1° ottobre 2025 l’estensione delle limitazioni anche ai diesel Euro 5.

“È scorretto attribuire questo provvedimento all’Europa o agli ambientalisti – dichiara Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto – quando invece è frutto di intese nazionali, nate dalla necessità di agire contro l’inquinamento cronico della Pianura Padana, che ogni anno causa migliaia di morti premature e costi sanitari elevatissimi”.

Particolarmente contestata è anche la modifica del perimetro d’applicazione della misura: dai comuni con oltre 30.000 abitanti, come previsto inizialmente, si passa solo a quelli con più di 100.000. Un cambiamento che, per il Veneto, significa coinvolgere esclusivamente alcuni capoluoghi di provincia, escludendo molte aree urbane dove l’inquinamento resta critico.

Un altro punto critico è rappresentato dalla possibilità, introdotta dall’emendamento, per le Regioni di evitare il blocco adottando misure alternative per la riduzione delle emissioni. Per Legambiente, il rischio è quello di generare un “Far West normativo”, con interventi disorganici, inefficaci e altamente differenziati da territorio a territorio.

“Serve coerenza – afferma ancora Lazzaro – e un serio investimento in trasporti pubblici e mobilità sostenibile, non ulteriori deroghe o scorciatoie. Si scelgono progetti faraonici come il Ponte sullo Stretto, ma si continua a ignorare l’emergenza sanitaria dell’aria in Pianura Padana. Chi oggi canta vittoria dimentica dieci anni di politiche ambientali regionali e tradisce i cittadini che hanno rispettato le regole, cambiando auto a proprie spese.”

Legambiente chiede al Governo maggiore responsabilità e trasparenza, e ricorda che, secondo le stime, l’inquinamento atmosferico nel Bacino Padano provoca circa 50.000 morti premature ogni anno. Una situazione che, per l’associazione, non può più tollerare ulteriori rinvii.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edizione