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Contratti pirata nella ristorazione: APPE Padova in campo per difendere imprese e lavoratori

La presidente Federica Luni al CNEL: “Basta scorciatoie contrattuali, servono regole chiare per garantire tutele e concorrenza leale”

Contratti pirata nella ristorazione: APPE Padova in campo per difendere imprese e lavoratori

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Il fenomeno del dumping contrattuale – cioè l’utilizzo di contratti collettivi sottoscritti da sigle sindacali prive di adeguata rappresentatività, spesso a discapito di diritti e tutele per i lavoratori – sta minando la stabilità del settore della ristorazione e dei pubblici esercizi. È il forte allarme lanciato da APPE Padova, storica associazione di categoria che rappresenta oltre 1.500 attività sul territorio, attraverso la voce della sua presidente Federica Luni.

L’occasione è stata la presentazione, martedì 22 luglio al CNEL di Roma, del nuovo Manuale sul dumping contrattuale nei pubblici esercizi, realizzato da FIPE-Confcommercio in collaborazione con ADAPT e con il supporto dell’Ente Bilaterale Nazionale del Turismo. Un documento tecnico e operativo che evidenzia le profonde disparità – economiche e normative – tra i contratti collettivi “regolari” e quelli “pirata”.

“Un sistema malato che va fermato”

«Nel nostro settore – ha dichiarato Luni – ci sono oltre 40 contratti collettivi registrati, molti dei quali offrono condizioni ridotte ai lavoratori pur di abbattere i costi. Questo genera una concorrenza sleale che danneggia chi rispetta le regole. È ora di dire basta a scorciatoie contrattuali: servono controlli, trasparenza e tutele vere».

Secondo FIPE, oltre il 92% delle imprese del settore applica il contratto nazionale firmato con le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative. Eppure, molte realtà ricorrono a contratti “alternativi” che eliminano voci come la quattordicesima, riducono ferie o indennità, e compromettono sicurezza e dignità sul lavoro.

Imprese penalizzate, lavoratori più fragili

Il dumping contrattuale non è solo un problema sindacale, ma economico e sociale: crea un mercato del lavoro parallelo e selvaggio. E, come ricordato dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro, chi applica contratti non rappresentativi perde anche il diritto a benefici normativi e contributivi previsti dalla legge.

Il nuovo manuale presentato a Roma documenta la differenza retributiva tra il CCNL FIPE e altri contratti meno tutelanti: in alcuni casi, la perdita per un cameriere può superare i 3.000 euro l’anno, tra minori stipendi e assenza di indennità.

Padova esempio di impegno concreto

«Abbiamo scelto da tempo la strada della legalità – spiega ancora Federica Luni – e stiamo lavorando in sinergia con forze dell’ordine, consulenti e istituzioni per tutelare le imprese virtuose. Non è accettabile che chi rispetta i contratti debba essere penalizzato da chi sceglie la via breve».

Per questo APPE sta organizzando un incontro locale di presentazione del manuale, per aprire un dialogo costruttivo tra aziende, consulenti e rappresentanti del territorio.

Il fenomeno, però, va affrontato anche su scala nazionale. «Serve un sistema di contrattazione più snello e rappresentativo – ha concluso Luni – e controlli efficaci per evitare che il costo del lavoro diventi l’unica leva competitiva. Difendere i contratti veri significa difendere il valore del lavoro e la sostenibilità del nostro settore».

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