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Dazi USA
22.07.2025 - 14:14
Foto di repertorio
Non è solo una questione di bilanci, ma di tenuta economica e sovranità industriale. Le CNA mandamentali di Treviso, Montebelluna, Oderzo e Vittorio Veneto lanciano un grido d’allarme ai rappresentanti politici e alle istituzioni: i dazi del 30% annunciati dagli Stati Uniti sui prodotti europei, in vigore dal prossimo 1° agosto, rischiano di colpire duramente l’economia della Marca trevigiana, fortemente votata all’export.
In una lettera congiunta, inviata a parlamentari nazionali ed europei, consiglieri regionali e autorità locali, i presidenti Stefano Camarotto, Andrea Formaggi, Andrea Ragessi e Rino Carpenè parlano senza mezzi termini di “attacco diretto al nostro sistema produttivo”.
Secondo un dossier allegato alla lettera, nel solo 2024 l’export trevigiano verso gli Stati Uniti ha superato quota 1,34 miliardi di euro, con un incremento del +5,1% rispetto all’anno precedente. Un risultato in controtendenza rispetto alla media regionale e trainato dai settori agroalimentare, meccanico, moda e arredamento.
«È un ricatto economico che rischia di smantellare intere filiere locali — si legge nel documento — e che impone una risposta immediata, forte e coordinata a tutti i livelli istituzionali: europeo, nazionale, regionale e territoriale».
Le associazioni chiedono con forza:
All’Unione Europea
Contromisure automatiche e proporzionate
Nessuna concessione a pressioni unilaterali
Difesa della manifattura europea e rilancio del libero scambio
Al Governo italiano e alla Regione Veneto
Piano straordinario per l’accesso a nuovi mercati extra-UE
Sostegni concreti alle imprese colpite (agevolazioni fiscali, promozione estera)
Istituzione urgente di tavoli di crisi a livello provinciale
Le CNA non parlano solo di export perso. Il timore è che i dazi provochino effetti a catena su tutta l’economia locale: crollo degli ordinativi, blocchi produttivi, tagli occupazionali, dumping da parte di imitatori esteri. A essere più esposte sono soprattutto le PMI, che non possono permettersi ampi margini di manovra e potrebbero dover scegliere tra ridurre i prezzi o rinunciare al mercato USA.
In gioco, avvertono le associazioni, non c’è solo il fatturato: «L’introduzione dei dazi potrebbe innescare una nuova spirale inflazionistica e compromettere la competitività del Made in Treviso anche su altri fronti internazionali».
«In questo momento non possiamo permetterci divisioni», concludono i quattro presidenti. «Servono risposte urgenti. Difendere il nostro export significa proteggere posti di lavoro, know-how e l’identità produttiva del territorio. Chiediamo che ogni rappresentante politico si faccia portavoce di questa battaglia in tutte le sedi».
«Il momento è delicato, ma con lucidità e compattezza possiamo trasformare questa minaccia in un’occasione per rilanciare la nostra vocazione manifatturiera. Non possiamo restare immobili».
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