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Leucemia linfatica cronica, scoperti nuovi marcatori per le forme più gravi

Un passo avanti verso diagnosi più precise e terapie mirate

Leucemia linfatica cronica, scoperti nuovi marcatori per le forme più gravi

Foto di repertorio

Una scoperta che potrebbe cambiare il modo in cui viene diagnosticata e trattata la leucemia linfatica cronica (CLL) arriva da uno studio internazionale coordinato dall’Università di Padova, in collaborazione con il Centro Nazionale di Terapia Genica e Farmaci a RNA. I risultati, pubblicati sulla prestigiosa rivista Journal of Hematology & Oncology, aprono nuove prospettive nella lotta a una delle più comuni forme di tumore del sangue.

Il ruolo degli RNA “a cerchio”

Al centro della ricerca ci sono gli RNA circolari, molecole che – a differenza del classico RNA lineare – si chiudono a cerchio, una configurazione ancora poco esplorata ma che si sta rivelando piena di potenziale diagnostico.

Grazie a sofisticate tecnologie di sequenziamento e a algoritmi di analisi avanzata, i ricercatori hanno esaminato per la prima volta l’intero trascrittoma circolare in pazienti colpiti da una rara ma particolarmente aggressiva variante della CLL, che rappresenta circa l’1% dei casi diagnosticati.

Due biomarcatori chiave: circCORO1C e circCLEC2D

Nel corso dello studio sono emerse due molecole, circCORO1C e circCLEC2D, presenti in quantità molto elevate proprio nei casi più gravi della malattia. Si tratta di biomarcatori potenzialmente fondamentali, in quanto correlati a mutazioni cromosomiche che aumentano la produzione della proteina BCL3, un noto acceleratore della progressione tumorale.

Verso diagnosi più precoci e terapie mirate

Secondo gli autori, questa scoperta potrebbe aprire la strada a diagnosi più accurate fin dalle prime fasi della malattia, consentendo di identificare in anticipo i pazienti a rischio di sviluppare forme più aggressive e quindi orientare i medici verso strategie terapeutiche più appropriate.

«È un traguardo scientifico importante – spiegano i ricercatori coinvolti – che dimostra come l’analisi degli RNA circolari possa offrire nuovi strumenti per comprendere meglio la biologia dei tumori e migliorare la presa in carico clinica dei pazienti».

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